C’è una frase che Adriana Vitale ripete sempre: “La dignità è come la libertà. Entrambe, non hanno prezzo”. Cinque giorni di sciopero della fame, e di nottate trascorse in auto, all’addiaccio, non l’hanno fiaccata. E’ pronta a tornare al fronte per prendersi ciò che le spetta: un lavoro. Adriana attende ormai da cinque anni che qualcosa si sblocchi. Incarna, come gli altri e forse un pochino più degli altri, il senso di una battaglia che, in linea meramente teorica, coinvolge quasi un migliaio di ex sportellisti della Regione Sicilia (all’ultima protesta si contavano sulle dita di una mano). Sono colati a picco assieme agli avvisi della Formazione professionale, una mangiatoia che la politica ha lentamente consumato e che gli scandali, in modo quasi barbaro, hanno cancellato dal mercato del lavoro. Ma non è finita finché non è finita. E così gli ex sportellisti vanno avanti con la loro vertenza. Lo “shock” è arrivato dal concorsone di Anpal per la selezione dei nuovi “navigator”, che in questi giorni (ufficialmente) stanno ingrossando le fila dei Centri per l’Impiego. Ossia gli ex uffici di collocamento, che hanno un compito mica male: offrire ai percettori del reddito di cittadinanza una prospettiva di lavoro.

Non sarà facile. Non in Sicilia. Le offerte di lavoro attualmente attive sui sistemi operativi della Regione sono 83, in molti casi all’estero (in teoria, gli “occupabili” possono declinare l’invito). I percettori del sussidio dichiarati, al momento, sono oltre 160 mila. Una marea. L’incrocio fra domanda e offerta avverrà in questi centri, dove il personale è già numerosissimo: sono oltre 1.700 gli impiegati nei 64 Cpi siciliani, il 22% del dato nazionale. Ad essi si aggiungono i 399 navigator vincitori di concorso, che diventeranno 429 non appena la graduatoria comincerà a scorrere (per 1.700 euro al mese fino ad aprile 2021). Ma non è tutto. Ci sarebbero anche gli ex sportellisti: hanno già svolto mansioni di orientamento al lavoro, sanno dove mettere le mani. Ma la maggior parte di loro è stata tagliata fuori dal concorso dei tutor perché tra i requisiti primeggiava quello della laurea. E per questi “precari” della formazione, molti dei quali viaggiano sulla cinquantina, non è affatto scontata.

Ci hanno provato a parlare con Di Maio, ma l’ex Ministro dello Sviluppo economico – che adesso ha scelto di dedicarsi agli Esteri – ha fatto orecchie da mercante. Così questa gente è rimasta a spasso. Ora fa capolino una nuova opportunità. Grazie alla convenzione firmata dall’assessore regionale alla Famiglia e al Lavoro, Antonio Scavone, la Sicilia si prepara ad assumere altro personale e rafforzare i Centri per l’Impiego. Entro il mese prossimo, sarà bandito il primo concorso per 227 persone. Poi ne assumeranno 858 (in due tranche da 429) entro il 2021. In totale fanno 1.085. Gli ex sportellisti sono lì che si sfregano le mani: “A loro – ha detto Scavone – verrà garantito un punteggio aggiuntivo in fase di selezione. Gli sportellisti, d’altronde, si sono sempre occupati di orientamento al lavoro”. Potrebbero ottenere un contratto di due anni, pagati da risorse statali in ottemperanza alla legge nazionale sul potenziamento dei Cpi. Ma la fiducia è ai minimi termini. Così la settimana scorsa due donne “coraggio”, Adriana Vitale e Alessandra Canto, si sono ritrovate in via Trinacria e hanno cominciato uno sciopero della fame durato cinque giorni.

E non è detto che sia l’ultimo: “Eravamo i due a fare lo sciopero della fame e in a tre a dormire per strada, ma c’erano altri colleghi in piazza- esordisce la Vitale – In passato abbiamo già detto a Scavone quali sono le nostre richieste. Se rimarranno disattese ricominceremo lo sciopero. Abbiamo interrotto per recuperare energie in attesa di risposte”. E’ una battaglia di dignità. Una delle tante. “Ormai non si contano più. Diciamo che siamo stati sempre in perenne agitazione, ovviamente ce ne sono state di più eclatanti – racconta –. Ricordo il primo sciopero della fame di due settimane a settembre 2014, al quale ne sono seguiti almeno una decina. Un altro sciopero lungo nel febbraio del 2016 e poi le scarpette nere, le maschere bianche, la provocazione del primo maggio e tante altre modalità. Abbiamo occupato in modo pacifico l’assessorato al Lavoro, la sala Cri del Dipartimento, la quinta commissione all’Ars e finanche la presidenza. Vale sempre la pena lottare per la dignità lavorativa, la dignità come la libertà non hanno scadenza”.

Ecco la frase magica. Che allevia il sudore, il freddo e la fame. Un giorno questi sacrifici saranno ripagati. O forse no. La Sicilia è terra di contraddizioni e di ingiustizie. Dove ci si perde nella piaga della disoccupazione e del precariato. Per questo Adriana e le altre hanno fatto delle richieste specifiche per non finire (ancora) fregate: “Noi ex sportellisti siamo stati utilizzati dagli inizi degli anni 2000 al 2015 nei centri per l’impiego, prima in convenzione con gli enti di appartenenza e dopo con il Ciapi di Priolo. La ratio della legge nazionale è il potenziamento dei Cpi in tema di politiche attive del lavoro funzionale al reddito di cittadinanza, quindi abbiamo chiesto il prerequisito dell’esperienza, come hanno fatto nella regione Toscana e come avviene in tutti i concorsi pubblici, quando si chiedono professionalità specifiche”.

Anche la catanese Nunzia Catalfo (del Movimento 5 Stelle) era una sportellista. Nel giro di qualche anno si è ritrovata Ministro del Lavoro. E’ stata una botta d’orgoglio e poco più. Le hanno scritto una lettera, fin qui rimasta senza risposta: “Credo che non possa fare molto. Avrebbe potuto insistere prima, nella qualità di presidente della commissione lavoro, per deroghe specifiche o essere più efficace con l’allora ministro Di Maio per non creare altro precariato – obietta la Vitale – In sede di tavolo di confronto istituzionale, istituito a gennaio 2019, potrebbe portare a termine altre misure per snellire l’albo generale della formazione professionale, tipo prepensionamenti (se ne parla da anni), incentivi di fuoriuscita”. E poco altro.

Ora la partita su gioca in casa, coi “navigator” fin qui esclusi, che alla luce dei mille nuovi posti in Sicilia sono già in subbuglio e hanno chiesto lo scivolo delle graduatorie. Il rischio è di farsi male, tra gente incolpevole: “Ma i navigator sono stati assunti – dichiara ancora la Vitale – Mentre sul resto dei posti che saranno messi a bando dipende dalla Regione siciliana, che ricordo ha l’esclusiva sulle politiche attive del lavoro, come tutte le altre regioni italiane (titolo V della costituzione)”. Alcune, in verità, hanno deciso di stroncare i tutor con una presa di posizione in apparenza intollerabile. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca non ha firmato la convenzione con Anpal e lasciato a spasso 471 persone per non alimentare il precariato. Un problema che la Sicilia non si pone. L’unico rischio – con mille assunzioni all’orizzonte – è ritrovarsi gli uffici pieni di impiegati ma senza pratiche. Per i prossimi due anni. Poi, chissà.