Niente misura la quota di nostalgia del palermitano emigrato come il cibo, neanche il mare di Mondello, e ho detto tutto. È il cibo il vero termometro della mancanza, dell’assenza forzata, della lontananza, quello e nient’altro. Luglio e agosto sono i mesi del ritorno alle origini per le migliaia di palermitani sparsi per il mondo – sono tanti, un esercito.

Vanno dritto al sodo: ieri mattina una donna, appena arrivata con la nave da Napoli, mi confessava di essersi fermata al bar prima di concedersi all’abbraccio della madre che non vede da Natale. Prima della madre. Era col marito mantovano e coi figli che avevano la faccia di due cresciuti a brioche (inteso come cornetto) e cappuccio. La vedevo addentare l’arancina, ed erano appena le otto, come arsa da una fame atavica. Ma non era fame, per niente. Ci sono volte in cui mangi per nostalgia, per una felicità ritrovata, per un pezzo di passato che improvvisamente ritrovi dentro a una rosticceria, nella calca di un mercato antico come Ballarò, in fondo a una strada di cui riconosci, dopo trent’anni, gli odori. È una sorta di rito, un grido di rabbia e di orgoglio insieme. No, non è mai fame.

Ieri a pranzo una donna, seduta al self service, fotografava il cartoccio con ricotta inquadrandolo da tutte le angolazioni possibili. Non lo mangiava, lo fotografava in silenzio, in un angolo della saletta. Vive a Padova da vent’anni, torna una volta l’anno e in quel pezzo di rosticceria meticolosamente appoggiato su un tavolo ho visto il senso dell’approdo, come un ritorno alle origini, a quelle radici che a un certo punto della vita hai dovuto tradire per una vita da un’altra parte del mondo.

Niente misura la lontananza più del cibo che hai perduto, me lo diceva poche settimane fa una donna mentre aspettava che la banconista le confezionasse la cassata da portare a Milano. “Signor Massaro, ma perché non apre una rosticceria a Milano?”. Grazie signora ma ho i miei guai già così, comunque grazie per il pensiero e mi saluti Milano, non la vedo da tempo e mi manca come a voi mancano gli anelletti al forno. Vedi che buffa la vita?