La “manovrina-quater” è finita in un limbo. Doveva servire a dare ossigeno a pochi capitoli di bilancio, ma rischia di trasformarsi in un “mostro”: 54 articoli e 240 milioni da ridistribuire, su cui si sono già abbattuti circa 2.500 emendamenti (sia da parte della maggioranza che dell’opposizione). Un fiume di correttivi che, più che migliorare il testo, ne rallenta l’approvazione. Il termine per la presentazione degli emendamenti è scaduto questa mattina alle 10. Segno che l’aria a Palazzo dei Normanni è tutt’altro che respirabile.
La discussione generale sul testo, che inizialmente era fissata per le 11 di oggi, è stata rinviata alle 15. Fino a slittare definitivamente a domattina: prima l’Aula ha votato l’elezione di un componente della Corte dei conti (l’avvocato catanese Maravigna, gradito a Gaetano Galvagno e a FdI, che ha ottenuto un “bonus simpatia” anche da Forza Italia), poi si è espressa favorevolmente sul parere per la nuova figura del deputato supplente, prevista da una norma nazionale.
Intanto, a tenere banco resta lo strappo politico consumatosi nei giorni scorsi tra Renato Schifani e Fratelli d’Italia, sulla nomina di Salvatore Iacolino al vertice del dipartimento Pianificazione strategica. Una frattura che pesa sugli equilibri interni al centrodestra e che rischia di complicare l’iter della finanziaria.