La commissione Sanità dell’Ars ha dato parere favorevole al piano della nuova rete ospedaliera della Regione. Il piano adesso torna in giunta per il voto finale da parte del governo Schifani. Poi il documento sarà trasmesso al ministero della Salute.
L’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, ha voluto sottolineare l’importanza del voto di oggi. «Il via libera della Commissione – afferma l’assessore – conferma la validità del lavoro svolto. La nuova Rete ospedaliera non rappresenta soltanto una riorganizzazione delle strutture per acuti e post-acuti, ma costituisce l’occasione per valorizzare le risorse disponibili e adattarle alle esigenze dei cittadini. È anche uno strumento per contenere la mobilità extra-regionale, ridurre le liste d’attesa e favorire l’uscita dal piano di rientro. Ringrazio tutte le forze politiche per aver condiviso con il governo un percorso che segna passi importanti verso un sistema sanitario regionale più vicino ai bisogni della popolazione».
Per il leghista Laccoto, presidente della commissione Salute dell’Ars, “la nuova rete ospedaliera non risolve da sola i problemi della sanità siciliana, ma rappresenta un passo importante verso l’efficientamento del sistema, ponendosi in continuità e in integrazione con il percorso di potenziamento dei servizi territoriali previsto dal dm 77; l’obiettivo è costruire un modello sanitario che funzioni come un unico sistema, in cui ospedali, territorio e strutture intermedie operino in stretta sinergia”. “In questa prospettiva assumono particolare rilievo il mantenimento del centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina, ora parte integrante della rete, e la valorizzazione degli ospedali periferici”.
Dalle opposizioni, però, si levano voci critiche: “Questa rete- affermano i deputati del M5s, Antonio De Luca e Carlo Gilistro – è il trionfo dell’improvvisazione, solo un pessimo restyling di quello del 2022, che a sua volta era una modifica di quello mai entrato in vigore dell’allora assessore Gucciardi. Non considera tantissime cose che dovevano essere invece i pilastri del nuovo piano come, solo per fare qualche esempio, il calo demografico intercorso negli anni, i flussi intraregionali e i dati di mortalità specifica per patologia che ha delle discrepanze impressionanti tra le province. “Abbiamo provato in tutti i modi – concludono De Luca e Gilistro – a fare sentire le nostre ragioni in commissione per fare cambiare rotta al governo. Non c’è stato nulla da fare e ora le conseguenze le sconteranno, come sempre, i siciliani”.
Il gruppo del Partito Democratico all’Ars ha votato parere contrario: “Avevamo segnalato criticità in tutte le province chiedendo quantomeno di mantenere servizi importanti per molti territori – dicono Giovanni Burtone e Calogero Leanza, deputati Pd componenti della connessione e il capogruppo Michele Catanzaro – abbiamo provato a migliorare il testo ma ancora una volta sono mancate le misure necessarie a garantire a tutti i siciliani il diritto alla salute”.
Ma i più critici di tutti, come emerge da una nota a mezzo stampa, sono quelli di Fratelli d’Italia. Il gruppo presieduto da Giorgio Assenza e rappresentato da Giuseppe Zitelli e Pino Galluzzo ha contemporaneamente redatto e fatto mettere a verbale un documento contenente proposte migliorative, evidenziando «alcune discrepanze che si possono rilevare su tutto il territorio regionale». Ad esempio è auspicato «un preventivo confronto con il Ministero della Salute, in vista della modifica del Dm 70, al fine di rivalutare nel numero complessivo i posti letto, tenuto conto della sostenibilità economica della rete rispetto al fondo sanitario» . Dal gruppo all’Ars di FdI è richiesto pure di «indicare l’indice di realizzabilità dell’attivazione dei posti letto, alla luce dell’andamento delle procedure di selezione del personale in ciascuna Azienda, nonché alla luce della effettiva esistenza degli spazi destinati all’attivazione dei rispettivi reparti».
Inoltre il gruppo di FdI ha allegato tre documenti contenenti la richiesta di modifiche alle previsioni relative agli ospedali di Bronte, Paternò e Giarre. Suggerito pure di eliminare il taglio di 12 posti all’ospedale di Gela e di prevedere il secondo monoblocco dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa. Tra le altre proposte FdI sollecita l’inserimento del Polo di riabilitazione regionale di Pergusa, la riserva di posti letto per Ismett II e di inserire i punti nascita oggetto di deroga (ad esempio Corleone) prevedendo le discipline obbligatorie. Dal gruppo Fratelli d’Italia è chiesto anche di adeguare i posti letto di area medica agli accessi di Ps con ricovero, in modo particolare nelle aree ad alta densità abitativa, quali ad esempio Vittoria, Gela, Avola, Termini Imerese e Marsala.


