Sembra tutto, ma non una rivoluzione. Dario Mirri riparte da cinque milioni di euro per progettare la prossima stagione del Palermo. Il proprietario di Damir, presidente del club rosanero, non si sofferma troppo sull’uscita di scena di Tony Di Piazza, il cui diritto di recesso verrà esercitato alla data dell’11 giugno. E guarda avanti: “La ricerca di investitori? Di fatto, col recesso di Di Piazza, si accelera questo processo. Il Palermo arriverà al 2022 con le risorse destinate, ma poi bisognerà pensare al futuro. Il Palermo sarà una casa di vetro: noi sapevamo che dopo essere stati fondatori non saremmo rimasti tutta la vita. Il primo abbiamo vinto la Serie D, il secondo è stato più difficile. E’ chiaro che Palermo non è Zurigo…. o Novara, Firenze o Spezia: al Sud c’è poco. Dobbiamo essere speranzosi che si possa avvicinare un’opportunità di investimento. Anche Di Piazza ha fatto delle verifiche, ma nessuno è andato oltre i primi colloqui. Bisogna rimboccarsi le maniche”.

Dichiarazioni che potrebbero suonare di resa, anche se Mirri – poi – pronuncia il verbo fatidico: “Qual è il progetto per la prossima stagione? Vincere, come ogni altra squadra. Col Bari, nel 2018, si parlava di andare subito in Serie A, ed è ancora in nostra compagnia. Noi faremo una squadra per poter vincere, come lo faranno tutti. Ma non ci sono formule assolute, poi tra il dire e il fare…. l’obiettivo è raggiungere la promozione, ma ci sono anche gli altri”. I ricavi sono venuti mano per una serie di motivi, dal Covid in giù: “Il tema dello sviluppo è centrale, ma questo stadio ha un costo enorme e con una serie di spese per tutta una serie di adempimenti. Uno studio della Lega Pro ha certificato che noi siamo la società che spende di più. Abbiamo speso il terzo budget dopo Bari e Ternana. Ricordo inoltre che siamo stati gli unici a pagare un milione di euro dell’affiliazione ed è un milione di euro tolto alla nostra competitività”. “Se non ci sono ricavi – ha aggiunto il presidente – sarà ancora un bilancio da lacrime e sangue, ma noi manteniamo gli impegni e non arretriamo di un centimetro. Io e Tony Di Piazza abbiamo la coscienza a posto. Se può, anche la città dia un contributo: io ho preso un impegno e lo sto rispettando, ma penso che in città ci siano anche persone con più potenzialità di me”.

In fondo all’incontro coi giornalisti anche qualche punta di veleno: “Tutto è migliorabile: ho osservato e ho visto cose fatte bene e cose da fare meglio. Sicuramente interverrò, ma non accetto un giudizio misurato sul risultato. Perché così non è corretto, così è troppo facile. Non va bene. Non abbiamo bisogno di tifosi e giornalisti che cambiano a seconda dei risultati”. Qualche dubbio su chi sarà il prossimo allenatore: “Con Filippi abbiamo cominciato a parlare e continueremo a parlare. Dobbiamo condividere determinate scelte e programmi: per quanto mi riguarda ha fatto bene e meriterebbe una chance”.