Incredibile. La Confraternita della Trattativa, dopo avere assistito, con zelo e ardimento, al romanzo televisivo apparecchiato dai coraggiosi giornalisti di Report, si è spaccata in due tronconi. Da un lato ci sono i santoni della prima ora secondo i quali l’agenda rossa – trafugata dall’auto del giudice Paolo Borsellino subito dopo l’attentato di via D’Amelio – è certissimamente nelle mani insanguinate dei servizi segreti deviati. Che con tale arma, va da sé, tengono sotto ricatto mezza Repubblica. Dall’altro lato ci sono le nuove stelle della Confraternita – giovani leoni in toga e pataccari dell’ultima ora – secondo i quali l’agenda rossa è certissimamente nelle mani dei boss che organizzarono la strage, dai fratelli Graviano a Matteo Messina Denaro. Gli uni e gli altri trascurano, manco a dirlo, un dettaglio: che l’agenda rossa certissimamente non esiste.