Spendiamo carrettate di milioni per lustrare l’immagine della Sicilia, per offrire al mondo il meglio della nostra cultura, del nostro mare, del nostro patrimonio artistico. Richiamiamo in servizio attori appassiti del varietà, teatranti sul viale del tramonto, cinematografari già in disarmo e li impegniamo nelle sagre di paese con l’illusione che le loro recite malinconiche richiameranno la curiosità dei viaggiatori. Foraggiamo senza badare a spese le badesse di Taobuk e Taofilm con i loro codazzi di pagnottisti, e le eleviamo sugli altari della visibilità dandogli anche l’opportunità di costruire, coi soldi della Regione, le loro satrapie. E poi, quando arrivano i turisti gli facciamo trovare una Palermo sozza e impresentabile come quella di Mondello o via Maqueda, e autostrade impraticabili come la Palermo-Catania o la Palermo-Messina. E’ il Grande Scempio.