Il Cas, Consorzio Autostrade Siciliane, ha sborsato 53 mila euro – non molto tempo fa – per finanziare un clan di pagnottisti che desse un pizzico di visibilità alle sue “imprese” (l’episodio è finito al centro di una interrogazione parlamentare dell’on. La Vardera). Ma non ha ancora provveduto a saldare i debiti con un paio di imprese edili, Cosedil e Tosa Appalti, che minacciano la sospensione dei lavori su alcuni snodi cruciali per lo sviluppo dell’Isola. A partire dalla Siracusa-Gela, un’arteria di cui si fa un gran parlare da cinquant’anni.

Senza scendere troppo nel dettaglio, Cosedil è un’impresa di Santa Venerina cui il Cas, in qualità di stazione appaltante, ha affidato la costruzione del lotto Ispica-Modica, lungo la Sr-Gela. Quel piccolo pezzo di autostrada – dicono i bene informati – da mesi non attende altro che l’inaugurazione e le fanfare. Ma la ditta non si decide a consegnarla e proprio in queste ore, attraverso le organizzazioni sindacali, ha spiegato perché: il Cas deve corrispondere all’impresa 10,3 milioni per maggiori oneri derivanti dal Decreto Aiuti, 1,8 milioni per il caro materiali, oltre agli ultimi due stati d’avanzamento lavori da 3,5 e 2,5 milioni di euro.

“Nel marzo 2022, il CAS aveva proposto un dilazionamento di due anni per il pagamento di una somma totale di circa 16 milioni di euro dovuta a Cosedil. Cosedil aveva bisogno di questi fondi per coprire le perdite subite nell’appalto e per pagare gli altri soggetti coinvolti nella filiera produttiva – dice il segretario della Filca Cisl Siracusa Ragusa, Nunzio Turrisi -. I costi dei materiali di costruzione sono aumentati notevolmente negli ultimi anni, rendendo la situazione ancora più critica. La vicenda si è complicata ulteriormente perché Cosedil non è stata inclusa nell’elenco delle stazioni appaltanti che possono accedere al fondo del Ministero delle Infrastrutture. Questo è dovuto al ritardo con cui il CAS ha presentato l’istanza”.

La minaccia è quella di bloccare i cantieri o comunque, non concluderli (a Modica manca davvero pochissimo). L’ultimatum scade il 7 settembre, ma da parte della Regione, che controlla il Consorzio Autostrade, non è arrivato un solo cenno distensivo. Così l’apertura del lotto, che inizialmente sarebbe dovuto avvenire la scorsa primavera, e poi a Ferragosto, non avrà luogo. Forse se ne riparla in autunno, o magari nel 2024. Tanto non c’è fretta. E in parte, qualcuno ha già rimediato. Un giornalista dell’emittente Video Regione, qualche giorno fa, si è recato allo svincolo di Modica e ha inscenato un simpatico siparietto con tanto di spumante. Ha provato a intervistare persino le istituzioni, che però sono rimaste mute come pesci. “Troppa emozione”. Il video è diventato virale. Più di quanto non lo siano i post pubblicati dal Consorzio Autostrade, che su Facebook finisce spesso inondato dai commenti incarogniti: tra i più gentili “datevi all’ippica” e “siete una barzelletta continua”.

A proposito della dotazione finanziaria nei confronti di Cosedil, qualche tempo fa era stata l’Ars, con un provvedimento di legge, a garantire il grosso della somma. Ma la misura non è ancora esecutiva, come testimonia una nota della deputata del M5s, Stefania Campo, di fine luglio: “L’assessore Aricò la smetta con le false promesse e si spenda concretamente, invece, per accelerare, dopo la pubblicazione in Gazzetta, i tempi per il decreto di finanziamento dei 14 milioni previsti dal collegato alla finanziaria per coprire l’aumento del costo dei materiali che si è verificato in corso d’opera”. Ma la parlamentare iblea prova ad andare oltre: “L’assessore, inoltre, si sbracci per reperire le somme per completare il tratto fino a Scicli, in parte finanziato, per reperire le somme per i due lotti fino a Marina di Ragusa già progettati, e si adoperi per i due lotti fino a Comiso, per cui mancano ancora progetto e finanziamenti. Fare arrivare l’autostrada fino all’aeroporto è fondamentale per realizzare la reale intermodalità nella provincia di Ragusa e per fare crescere lo scalo aeroportuale di Comiso, facendolo diventare snodo fondamentale del Sud-est”.

Troppa carne al fuoco. E sappiamo bene – ce lo insegna il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno – che il governo Schifani ha poca abilità nell’arte della griglia. Anche il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, ha sollevato la questione: “Nuovo cda al Consorzio autostrade siciliane ma nulla è cambiato. E al di là del solito effetto annuncio con relative promesse da parte del presidente della Regione al momento dell’ennesimo valzer di poltrone, risalente a gennaio di quest’anno, per le imprese è al contrario tutto fermo”. Il Cas è insolvente anche nei confronti di Tosa Appalti, che ha effettuato i lavori di manutenzione nei tratti Messina-Giardini e Giardini-Giarre dell’A18 e sul tratto Messina-Furitano dell’A20. Anche in questo caso mancherebbero all’appello oltre 16 milioni.

L’ultima impresa declamata dal Consorzio Autostrade è l’apertura della galleria di Letojanni, a otto anni dalla frana che invase la A18, costringendo al doppio senso di circolazione sulla corsia lato mare (in direzione Catania). Si tratta però di un’apertura provvisoria perché da settembre torneranno in azione le ruspe per le opere di rifinitura e il traffico tornerà a imbottigliarsi. Almeno ci hanno risparmiato un taglio del nastro. Per il resto basta fare un giro sul web per avere contezza della situazione pietosa in cui versano le autostrade del Cas: compresa la Palermo-Messina. Repubblica parla di “gallerie a scartamento ridotto, viadotti interdetti, manto stradale rovinato in più punti, cambi di carreggiata mal segnalati, restringimenti con circolazione dimezzata”.

Di fronte a uno scenario apocalittico, aggravato dalle trenta deviazioni sulla Palermo-Catania (autostrada di competenza dell’Anas) e dal disagio delle strade interne (vedere la Palermo-Agrigento), la Regione che fa? Tace, ovviamente. Alla fine quest’Isola può sopperire perfettamente all’assenza di infrastrutture autostradali. Ci si può sempre spostare con l’aereo a cifre contenute, o con i treni super veloci che scorrazzano da Trapani a Siracusa. Altro che periferia.