L’unica favola che sanno raccontare è quella della semina e del raccolto: una favola buona per i bambinetti dell’asilo o per una poesia di Guido Gozzano: “Amo le rose che non colsi”. Per il resto, evitano accuratamente incontri e confronti: temono che qualcuno gli chieda di spiegare cinque anni di fallimenti, di imbrogli, di scandali. Sabato, alla manifestazione di Palermo che avrebbe dovuto incoronare Renato Schifani come candidato di un centrodestra unito, la Confraternita delle Faccette Nere catanesi ha preferito addirittura non apparire. Non si è visto Nello Musumeci, presidente uscente, né Ruggero Razza, il reuccio della Sanità inciampato in un’inchiesta, né Manlio Messina, il Balilla del Turismo appannato dai suoi sprechi e dalla sua volgarità. Si sono nascosti dietro un pietrone di rabbia e rancore. E’ il loro Aventino. Nessun dorma. Schifani è avvisato.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
L’Aventino catanese
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