Sicilia: regionali sul piede di guerra

Da sinistra l'assessore al Lavoro e alla Famiglia, Antonio Scavone, e il presidente della Regione, Nello Musumeci

“Nonostante le manifestazioni di piazza e il profondo malcontento dei lavoratori, il governo Musumeci ha deciso di
umiliare ancora una volta i dipendenti regionali: con delibera del 16 giugno scorso, infatti, l’esecutivo isolano ha dato disposizioni all’Aran di procedere col rinnovo del contratto senza la riqualificazione del personale, smentendo perfino una precedente delibera della stessa Giunta. Ma i sindacati autonomi, maggioritari, non svenderanno i lavoratori, rappresentando oltre il 60% dei dipendenti in servizio, e continuano a rivendicare la loro totale contrarietà a un contratto che non preveda la riqualificazione e riclassificazione del personale in un nuovo sistema organizzativo. Ne ha bisogno la macchina amministrativa, ne hanno bisogno i siciliani e ne hanno diritto i lavoratori”. Lo dicono le segreterie regionali dei sindacati Cobas-Codir, Sadirs e Siad-Csa-Cisal. “Musumeci ha anche provato a scaricare sui lavoratori le inefficienze della politica, sparando a zero e insultandoli – continuano i sindacati autonomi – e ora li colpisce nel continuare a negare la loro professionalità e il diritto di lavorare in un’amministrazione organizzata in modo diverso. Gli aumenti previsti dal rinnovo contrattuale, in ogni caso, non sono a rischio: la proposta dell’Aran, invece, non contiene alcun miglioramento del modello organizzativo che non piace né ai lavoratori, né ai siciliani”. Dario Matranga e Marcello Minio del Cobas-Codir, Fulvio Pantano del Sadirs, Angelo Lo Curto e Giuseppe Badagliacca del Siad-Csa-Cisal ribadiscono la propria contrarietà e chiedono al Presidente Musumeci “una seria presa di coscienza sullo stato dell’Amministrazione, dando impulso alla riclassificazione e riqualificazione del personale e integrando le risorse negli importi esatti, autorizzando l’utilizzo pieno delle somme stanziate in bilancio”.

Paolo Cesareo :

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