Non bastavano le imprese truffaldine che da oltre dieci anni fingono di lavorare all’anello ferroviario e che intanto hanno sequestrato intere fette di Palermo, da viale Lazio a via Emerico Amari, fino a via Ruggero Settimo, trascinando in una crisi mortale decine di negozi e imprese commerciali. Non bastavano gli indecenti cumuli di rifiuti che occupano e ammorbano strade e marciapiedi, soprattutto nei quartieri dimenticati da sempre, da Borgonuovo all’Albergheria. Alla fine sono arrivate pure le piste ciclabili. Che hanno sottratto altro spazio alla circolazione di pedoni e automobilisti. Una scelta dissennata. Che ha trasformato Palermo in una “ciudad ammurillata”. Garcia Marquez chiamava così Cartagena, città colombiana, soffocata da mille insormontabili muri. A noi non resta che ringraziare Leoluca Orlando, sindaco di una città ad alta vocazione sudamericana.