Nello Musumeci dice che pur di fare cassa la sua squattrinata Regione ha deciso di mettere sul mercato alcuni beni di famiglia: non proprio i gioielli ma alcuni edifici altrimenti destinati al degrado. Lo dice con l’aria santimoniosa di un vecchio canonico costretto da un’improvvisa avversità a svendere le reliquie raccolte nel tempo. Ma, pure nella povertà del patrimonio, il governatore riciccia l’ipotesi di affidare la vendita a un fondo immobiliare: che poi è la strada vecchia e limacciosa seguita, negli anni del peggiore lombardismo, da un traffichino arrogante e impunito che ancora svolazza, con ali da pipistrello, lungo i corridoi di Palazzo d’Orleans. Su quegli svolazzi è in piedi un’inchiesta della magistratura. Ma il sonnacchioso Musumeci fa finta di non ricordarsene. E tenacemente persevera nel proposito di mettere le reliquie nelle mani del diavolo.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Le reliquie della Regione nelle mani del diavolo
gaetano armaonello musumeci
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