Tutti hanno recitato la loro parte. Persino la magistratura, che non ha esitato a compiere gli arresti di rito – quelli della vigilia – per dire agli elettori che sulla irredimibile politica c’è sempre l’occhio implacabile della giustizia. Ha recitato la sua parte Renato Schifani, il del centrodestra alla presidenza della Regione: non ha attaccato nessuno, anzi; ha elogiato l’unità della coalizione pur sapendo che la coalizione, a urne chiuse, sarebbe stato un ammasso malmostoso di lacrime e risentimenti. Ha recitato con un fil di voce la sua particina anche Caterina Chinnici, la candidata del centrosinistra: certa della sconfitta, ha tentato un mea culpa l’altro ieri a Palermo, davanti al deserto che a piazza Sant’Anna ha accolto – si fa per dire – il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta.

Ha urlato, ha strepitato e ha rivolto accuse a destra e a manca pure Cateno De Luca, il guitto venuto da Messina: il solo, a parte i leader nazionali come Giorgia Meloni e Giuseppe Conte, ad avere comunque riempito le piazze. Non ha mai smesso di inseguire Schifani. Non conquisterà Palazzo d’Orleans ma si presta a piazzare all’Ars un gruppo di fedelissimi pronti a combattere la loro battaglia di opposizione. Ed è comparso sul palcoscenico, con la sua testolina impomatata, persino il Bullo che, dopo gli scandali e i bluff degli ultimi cinque anni anni, ha cambiato la casacca di uomo politico arrembante e spregiudicato e si è travestito da statista, addirittura da moralizzatore. Gli elettori non gli hanno dato ascolto. Hanno visto dietro la sua candidatura il tentativo di un altro bluff.

Ieri sera su questo teatrino triste e malinconico, solitario y final è calato il sipario. Da domani ogni attore se la vedrà con la propria coscienza. Ma non è facile prevedere che non ci saranno maggioranze travolgenti. Il nuovo presidente della Regione – Schifani sembra avere già vinto la partita – dovrà fare i conti con un parlamento frantumato, con partiti lacerati, con lobby e gruppi di potere incarogniti che però faranno di tutto per riprendersi ciò che possedevano o controllavano prima della defenestrazione di Nello Musumeci e del suo cerchio magico.

Piangerà solo la Sicilia.