Peccato che Claudio Fava abbia lasciato l’Assemblea regionale. La sua Commissione antimafia avrebbe potuto scoperchiare molte pentole della politica siciliana. A cominciare dall’ultimo scandalo, quello dell’Ente Minerario. Dove il Bullo, assistito dal suo intermediario di affari, ha tentato di dirottare venti milioni, frutto della liquidazione dell’ente, su una finanziaria di Londra. Un azzardo bloccato in extremis da una funzionaria delle Partecipate che ha trovato il coraggio di bocciare la delibera della liquidatrice, Anna Lo Cascio, e di assestare uno schiaffo al regista che, da Palazzo d’Orleans, aveva congegnato la manovra. Claudio Fava sarebbe andato a fondo. Toccherà a Renato Schifani tirare fuori il dossier, che l’ex governatore Musumeci ha tenuto nei cassetti, e consegnarlo nelle giuste mani. Lì si vedrà di che erba è fatta la scopa del nuovo presidente.