C’era una volta un impero di carta, con a capo un comico che coniava insulti per ogni uomo della terra. Era l’impero del vaffa, dell’uno vale uno, delle scempiaggini e dell’onestà-tà-tà. Che ne sarà? La fine sembra segnata. Beppe Grillo, l’elevato, si è impiccato all’albero del suo giustizialismo. Fofò Bonafede, il giureconsulto di via Arenula, non si sa in quale caverna del diritto si sia nascosto. Domenico Arcuri, onnipotente commissario dell’emergenza Covid, ha il fiato sul collo di un’indagine molto pesante per l’acquisto delle mascherine farlocche. Lucia Azzolina, quella dei banchi con le rotelle, è già precipitata nell’oblio. Come l’altra ministra, Nunzia Catalfo. Ieri, finalmente, è stato rispedito nel Mississippi anche Mimmo Parisi, il capitano di ventura che doveva sorprenderci con gli effetti speciali del reddito di cittadinanza. Non li rimpiangeremo.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
L’inarrestabile declino di un impero di carta
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