Il Pd si è perso nelle spire di una disputa bizantina sulle regole del congresso: non si trovano più gli elettori, si spera ardentemente nell’azione dei garanti o degli avvocati. L’ex guitto Cateno De Luca, che in campagna elettorale fu pure un avversario tagliente, si è accucciato in un sottoscala di Palazzo d’Orleans da dove dispensa mirra e incenso per Renato Schifani, divenuto nel frattempo suo fraternissimo amico. I Cinque Stelle sono evaporati nel firmamento velleitario dei populismi: dopo lo scempio di SeeSicily non hanno più trovato uno scandalo altrettanto forte sul quale imbastire una nuova campagna giustizialista. Nell’evanescenza dei gruppi tradizionali, tiene banco Ismaele La Vardera, con le sue incursioni sbirresche. Ha la pretesa di incarnare l’opposizione ma di fatto alimenta solo i teatrini televisivi dei moralisti e dei moralizzatori. Cosuzze.
