Ma dov’è finita Palermo? Dov’è finita la città dei giardini e dei capricci barocchi, delle delizie arabe e delle meraviglie normanne, la città che i grandi viaggiatori ammiravano con occhi lucidi e insaziabili? Dov’è finita la Palermo felicissima alla quale Ibn Hamdis non aveva voluto strappare per ricordo neanche un fiore di gelsomino? “Vuote le mani ma pieni gli occhi del ricordo di lei”, si limitò a scrivere nel suo diario lo sfortunato poeta, costretto dai nuovi invasori a tornarsene nella sua Arabia infelice. Già. Dove sono finiti gli splendori della Cappella Palatina, la magnificenza di Palazzo Reale, i mosaici di Monreale, gli arabeschi spagnoleggianti dei Viceré, l’architettura basilicale di Casa Professa?


