L’attesa ritorsione dell’Iran contro Israele scatta nella notte fra sabato e domenica. Attacchi multipli, con un’ondata di missili e droni diretti verso il suolo israeliano partiti dall’Iran e da altri paesi come Libano e Yemen dove sono presenti milizie alleate. Il governo israeliano stima che siano stati lanciati oltre 200 missili. Fonti iraniane riferiscono che vengono utilizzati anche missili ipersonici e Kheibar nell’operazione chiamata Vadeh Sadegh (Vera promessa). Le sirene di allarme risuonano nell’area di Gerusalemme e nel sud del paese, fa sapere l’esercito israeliano. Si sentono esplosioni nel cielo di Gerusalemme, dovute a missili e droni intercettati dall’Iron Dome, aiutato dai caccia americani e britannici. I pasdaran dicono che obiettivi sono stati colpiti in Israele, come una base dell’aeronautica nel Negev, mentre in Iran si festeggia in strada sventolando bandiere palestinesi. Teheran però fa sapere che con questo atto militare “la questione può dirsi conclusa”, e invita gli Stati Uniti a tenersi lontani dal conflitto. Israele afferma di aver intercettato il 99% dei raid, però già prepara una reazione all’altezza di questo attacco senza precedenti sul suo territorio. Il gabinetto di guerra israeliano ha infatti approvato una “risposta militare significativa” all’attacco iraniano. Continua su Huffington Post