L’opaco Csm. Champagne per blindare un incontro

PALERMO 21.03.2013 - LORENZO MATASSA MAGISTRATO. © FRANCO LANNINO / STUDIO CAMERA

C’è qualcosa di veramente incomprensibile – anche a distanza di un po’ di tempo dai fatti – nella vicenda che ha terremotato la magistratura e portato alle dimissioni e al giudizio disciplinare di condanna nei confronti di alcuni consiglieri del CSM.

Occorrerà una breve sintesi delle puntate precedenti per rendere edotto il lettore del motivo di incomprensibilità, promettendo che il tempo di lettura del riassunto non supererà il minuto.

Ed allora… un “troyan”, inoculato all’interno del telefono cellulare di un magistrato (lobbista e mediatore di interessi inconfessabili) rivela, “d’un tratto”, una verità già da tutti conosciuta.

L’evidenza delle cose dimostrava che le correnti della magistratura, lungi dall’essere luoghi di pluralismo e partecipazione, erano piccole fazioni rette da logiche mafiose.

Beh… la scoperta dell’acqua calda – direte voi – visto che più quarant’anni fa il magistrato eroe civile, Giacomo Ciaccio Montalto, ne aveva denunciato la degenerazione prima di essere crudelmente assassinato.

Ma dovete sapere che questo nostro Paese è assai strano e anche l’acqua può avere la sua equivoca interpretazione.
Basta pensare a ciò che Andreotti chiarì – proprio parlando dell’acqua in Sicilia – assumendo che fosse servita non a dare da bere, ma a dare da mangiare. Scusate l’inappropriato accostamento e torniamo al tema…

Tra le tante evidenze, portate a conoscenza dal “troyan”, vi era stata quella di una riunione notturna e carbonara (ma senza uova e guanciale…) presso l’albergo Champagne di Roma. Qui alcuni consiglieri del CSM avrebbero “tramato” con un noto politico, già sottoposto ad indagine, per stabilire chi sarebbe stato il futuro Capo dell’ufficio inquirente della Capitale. Apriti cielo!

I consiglieri venivano chirurgicamente fatti dimettere e poi inquisiti. Uno di loro (per qualche mese renitente al dictat della ragion di Stato) veniva addirittura accompagnato alla porta d’uscita da un’amorevole pacca sulla spalla carezzatagli dall’alto di un colle.

Fin qui può ritenersi tutto normale.

E, allora, in cosa consiste l’annunciata incomprensibilità? Semplice. Con uguale certezza storica e probatoria (direbbero i penalisti…) la riunione incriminata era stata preceduta da altra – sempre con gli stessi attori – nella serata del 25 settembre 2018, in cui si era stabilito chi sarebbe stato nominato Vice Presidente del CSM.

Bene, anzi, male. La paradossale incomprensibilità delle cose sta in ciò che nessuno ha elevato le stesse contestazioni per l’uguale fatto. Devo ammettere che questo nostro Paese – con l’acqua o con lo Champagne – è luogo di contraddittoria meraviglia…

Lorenzo Matassa :

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie