Quale furia ha spinto l’assessore Sandro Pappalardo, meglio noto come il gaga del turismo, a defenestrare su due piedi il sovrintendente dell’Orchestra sinfonica? Giorgio Pace non si poteva certo definire un “débauché de esprit”, ma era senza dubbio un professionista, al quale andrebbe anche riconosciuto il merito di avere risanato i bilanci dell’ente, devastati dalla precedente gestione. Prima di Pace, l’Orchestra sinfonica era stata governata – un po’ troppo allegramente – da Ester Bonafede che, per un capriccio del destino, ora è tornata prepotentemente in campo e non vede l’ora di riconquistare la poltrona perduta tre anni fa. Dicono che il ritorno della Bonafede sia l’obolo che Musumeci si è impegnato a pagare ai Popolari di Saverio Romano. Pacta sunt servanda, dicevano i latini. Ma ancora non sapevano i guasti che quel motto avrebbe provocato alla Sicilia.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Sull’orchestra i capricci del destino e del potere
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