L’Orchestra Sinfonica siciliana potrebbe perdere la sua guida autorevole e qualche post a scrocco sui social. Balla, infatti, la posizione del Sovrintendente Andrea Peria. Anche se ad aver sollevato un polverone, svelando le carte del papocchio, sono le dimissioni del presidente del Consiglio d’Amministrazione della Foss, Gaetano Cuccio. In un’intervista a Live Sicilia, corredando le “motivazioni personali” con qualche dichiarazione piccata, ha spiegato che “non ci sono più le premesse”. E a mancare, in effetti, sarebbero i requisiti fondanti della nomina del Sovrintendente: Peria, appunto.

La Fondazione era reduce da un commissariamento lungo due anni. Un interregno a firma Manlio Messina (l’ex assessore al Turismo) e Nicola Tarantino, dirigente della Sicilia Film Commission, che aveva di fatto bloccato la nomina di un nuovo Cda. L’assessore Amata, dopo una serie di annunci, s’è decisa a porvi rimedio: il 10 marzo è stato nominato il Consiglio d’Amministrazione. Cuccio, scelto dalla rappresentante della corrente turistica di FdI, s’era insediato nel ruolo di presidente. Peria, invece, è un regalino di fine primavera. L’ex consulente di Schifani per la campagna elettorale, nonché imprenditore e organizzatore d’eventi, aveva preso il timone della Fondazione il 31 maggio e fino a qualche giorno fa, impettito come al solito, parlava con euforia dei risultati raggiunti dal Politeama, in termine di fama (culturale) e di pubblico (addirittura abbonamenti raddoppiati).

Ma la curva potrebbe prendere un’altra piega. E’ del 2 dicembre, infatti, la lettera di Cuccio a Peria medesimo, con cui il presidente del Cda, sulla scorta della segnalazione del Collegio dei revisori dei Conti, gli chiede di “presentare urgentemente la dichiarazione di esclusività secondo il dettato di legge entro il termine di tre giorni dalla ricezione della presente nota”. In realtà, nella documentazione depositata dal capo della Sinfonica al momento dell’accettazione dell’incarico, manca “la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà di esclusività e omnicomprensività degli emolumenti dell’incarico”. Cioè quel documento che, sulla base della legge regionale n.26 del 2012, prevede che per fare il Sovrintendente della Sinfonica bisogna aver rinunciato a qualsiasi altra poltrona (con ciò che ne consegue – anche – in termini di danaro).

Peria, però, non è abituato a trattare in maniera esclusiva. Con nessuno. Ci fu un periodo in cui Schifani fece il suo nome per il Corecom, l’organo regionale di garanzia delle comunicazioni associato ad Agcom, mentre i due si facevano fotografare assieme per la folgorante campagna elettorale per la presidenza della Regione; è persino più recente l’apparizione al Politeama, sede della kermesse di Forza Italia, mentre fotografa – da neo presidente del Corecom – il palcoscenico messo a punto dall’associazione Terzo Millennio, ormai intestata alla moglie. Ha la sfortuna di non essere uno e trino, Peria. Ma di farsi comunque vivo, anche agli appuntamenti che non richiederebbero la sua presenza. Come quello con l’Orchestra Sinfonica.

Il primo a segnalare l’anomalia, ad onor di cronaca, è l’avvocato Dario Romano, componente del Cda della Sinfonica, che l’8 giugno, come si evince dal verbale della seduta del Consiglio, fa emergere delle criticità “in merito alla normativa vigente relativa alla incompatibilità e inconferibilità dell’incarico di Sovrintendente” a Peria giacché “lo stesso ricopre il ruolo di presidente del Corecom Sicilia dal 14.09.2022”. Passano alcuni mesi. E’ il 28 novembre quando il presidente del Collegio dei Revisori della Foss, Fulvio Coticchio, interviene sulla questione per sapere se l’assessorato al Turismo e agli Spettacoli fosse al corrente dell’anomalia e se, eventualmente, avesse rilasciato un parere sulla questione. Figurarsi.

Così torna in campo Cuccio, che prima di rassegnare le proprie dimissioni, scrive a Peria per sollecitarlo a integrare la documentazione – sei mesi d’attesa non sono stati abbastanza – e fa partire una nuova missiva, indirizzata al Servizio 8 “Spettacolo: attività musicali e teatrali” e, per conoscenza, all’assessore Elvira Amata e al responsabile all’Economia, Marco Falcone. Nel documento ribadisce di “non avere avuto alcuna risposta dall’interessato” in merito all’eventuale insussistenza di motivi di incompatibilità, ed amplia l’eco dello scandalo, spiegando che Peria, al momento dell’accettazione dell’incarico, non solo era presidente (remunerato) del Corecom ma anche componente del Consiglio della Camera di Commercio di Palermo-Enna. Dalla Sinfonica, per altro, incassa 75 mila euro lordi l’anno. Mica bruscolini.

Ma per una volta la questione è più grande del suo ego. La violazione, secondo Cuccio, comporterebbe la “immediata decadenza dall’Ente dalla contribuzione regionale a qualsiasi titolo erogata”. La Foss cioè sarebbe “deprivata del contributo regionale”, ritenuto “imprescindibile per la sopravvivenza della Fondazione e per il raggiungimento dei fini cui la stessa è costituita”. L’invito a valutare “la situazione di incompatibilità e di colpevole omissione del Sovrintendente” rimane però senza risposta. Almeno per ora. Mentre il Consiglio sulla questione s’è spaccato, determinando una sola, tangibile conseguenza: le dimissioni di Cuccio.

Il rischio è che la Sinfonica, già provata da una gestione scriteriata, possa non aver visto (ancora) il fondo. La domanda è: ai piani alti sanno di questa vicenda? Cos’avrà da dire l’assessore Amata, la cui azione è eterodiretta dalla frangia turistica del suo partito, a Roma? E il presidente Schifani, che fino a qualche giorno fa, pubblicamente, ha lodato la stagione concertistica facendosi fotografare con Peria al “Bolero” di Ravel? “I risultati raggiunti dalla Fondazione in questi mesi di nuova governance – ha dichiarato il governatore con un sussulto di boria – confermano la bontà delle scelte fatte dal governo regionale”. Sulla presunta incompatibilità di Peria e sui danni che potrebbero derivarne, acqua in bocca. Guai a disturbare gli amici.