“Abbiamo il dovere di ricordare il sacrificio di Rocco Chinnici, un magistrato che ha rivoluzionato il metodo investigativo svelando il nesso tra patrimoni sospetti e criminalità e che credendo nel lavoro di squadra gettò le basi per la nascita dei pool antimafia, un uomo della legge che credeva nella legalità e nella giustizia e che ha sacrificato la sua vita per difenderle. La consapevolezza dell’importanza del lavoro svolto da Rocco Chinnici è cresciuta con il passare degli anni anche alla luce dell’attività della magistratura”. Lo dice il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo a 37 anni di distanza l’attentato di via Pipitone Federico a Palermo nel quale rimasero uccisi per mano mafiosa da una carica di tritolo il giudice Rocco Chinnici, i carabinieri della scorta Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e il portiere dell’edificio in cui abitava il magistrato, Stefano Li Sacchi.