“Sulla nave Diciotti il governo ha agito in modo compatto ribadendo il concetto che chi sbarca in Italia sbarca in Europa e che quindi l’Italia non può essere lasciata da sola. L’indagine nei confronti del ministro dell’Interno è un atto dovuto e il Movimento 5 Stelle ha il massimo rispetto per la magistratura”. Ad affermarlo è Giorgio Trizzino, deputato nazionale del Movimento 5 Stelle. Stimato medico del palermitano ed ex direttore sanitario dell’Ospedale Civico. Il suo ingresso in politica non ha intaccato di un’unghia l’integrità morale che la carriera gli ha cucito addosso. E che talvolta gli permette di sganciarsi dalle opinioni che provengono dal suo partito (vedasi vaccini).

Onorevole, tenere dei disperati a bordo di una nave ormeggiata da sei giorni al porto di Catania, non è quello che si definisce un atto caritatevole

“La questione merita un’analisi approfondita dei fatti…”

Prego

“Prima cosa: il barcone dei migranti è stato prelevato e soccorso dalla nostra Marina Militare al limitare delle acque Sar italiane. Secondo: li abbiamo assistiti e messi al sicuro e abbiamo fatto scendere i minori e i malati. Terzo: il ministro Salvini ha cercato un riscontro dell’Europa sulla base del principio di solidarietà tra Paesi membri, fra l’altro già stabilito in sede di Commissione europea. Quarto: pur non avendo ricevuto alcun cenno, abbiamo provveduto allo sbarco, dopo aver raccolto la disponibilità di Albania, Irlanda e della Cei di farsi carico di queste persone. Mi dica dove sta l’errore”.

Il deputato 5 Stelle, Giorgio Trizzino

La corsia preferenziale rimane quella della fermezza?

“Il primo passo è il coinvolgimento dei paesi dell’Unione e la revisione degli accordi di Dublino. Credo sia arrivato il momento di costruire un’Europa veramente solidale. Io ne ho visti di casi disperati quando ero direttore sanitario dell’Ospedale Civico. Ho accolto decine di bambini giunti nudi al pronto soccorso. Posso immaginare la tragedia di attraversare il deserto, il Mediterraneo e arrivare sulle nostre coste in denutriti e con gravi malattie. Ma durante quelle notti c’eravamo solo noi e non potevamo erogare nemmeno dei pasti caldi. Dov’era lo Stato italiano? E dov’erano tutti i benpensanti che non hanno mai mosso un dito per aiutare queste persone?”.

Non teme, alla lunga, che il salvinismo possa diventare un problema anziché una risorsa per il Paese?

“Con la Lega di Salvini non c’è alcuna alleanza ma un contratto di governo che ha l’obiettivo di affrontare e risolvere le principali problematiche dei cittadini italiani. E’ innegabile che esista uno stile-Salvini. Lo sapevamo anche prima delle elezioni, infatti abbiamo fatto campagna elettorale da posizioni distanti e differenti. Salvini l’ha condotta con i suoi modi, noi con i nostri: l’abbiamo spiegata, abbiamo detto agli italiani come partecipare a questo processo del cambiamento. In questo momento la finalità che unisce M5S e Lega è la stessa, cioè migliorare il nostro Paese”.

Anche Grillo ha urlato parecchio prima di farsi sentire

“L’ho conosciuto occasionalmente e mi sono reso conto che è un genio. Ha avuto delle intuizioni che stanno indirizzando il Paese verso una visione politica che non è più collegata agli interessi di pochi. Il cambiamento è davvero possibile, pur con le incertezze e i rischi del caso”.

Non è che di tanto in tanto si tira fuori il tema immigrazione per sviare l’attenzione da temi più importanti?

“E’ il giochino dei poteri forti. Prenda il decreto dignità: un provvedimento importante, che va a favore dei lavoratori, subito offuscato. O la tragedia del ponte di Genova, che sui giornali è stata rimpiazzata immediatamente dai migranti della Diciotti. Il Pd, assieme ai suoi organi di informazione, è stato bravo a sviare l’attenzione dai temi più importanti. Renzi e compagni hanno lasciato l’Italia in condizioni economiche disastrose”.

Perché il Paese rischia di crollarci addosso? Qual è la situazione delle infrastrutture?

“Purtroppo la situazione ereditata è abbastanza drammatica. Non si è fatta la manutenzione necessaria: non solo sui ponti, ma anche nei porti. Meno di un anno fa uno dei moli del porto di Palermo è stato chiuso all’attracco delle navi perché non si era effettuata la manutenzione. E così centinaia di infrastrutture. L’autostrada Palermo-Messina è pericolosissima. Il Ponte Corleone è una testimonianza di questo deficit. È evidente che nemmeno i controlli hanno funzionato. Cosa è stato fatto in tutti questi anni? È una pentola che va scoperchiata. Con il ministro Toninelli è già stato marcato un cambio di rotta”.

Non appena avete parlato della precarietà dei ponti Corleone e Oreto, il sindaco Orlando vi ha dato degli “sciacalli”

“Orlando si deve rassegnare al fatto di essere superato. Sono suo amico da tanti anni, ma proprio per questa amicizia che gli porto devo dirgli: “Leoluca, il tuo tempo è scaduto. Hai fatto per troppi anni il sindaco, adesso deve farlo qualcun altro che stia sul pezzo”. Abbiamo bisogno di qualcuno che assolva a quel ruolo e non sia continuamente in giro per il mondo a raccogliere elogi”.

Sull’obbligo vaccinale si è espresso in modo diverso dal suo partito. Ritiene un errore la proroga di un anno?

“Molte cose non sono come i giornali le raccontano: Luigi Di Maio ha ribadito che il M5S è a favore delle vaccinazioni. Ci sono solo piccole differenze di vedute sulla tempistica. In ogni caso, la questione relativa alla proroga dell’autocertificazione sarà una questione che verrà affrontata nel dettaglio con la ripresa dei lavori parlamentari. Colgo l’occasione per riconoscere anche l’impegno del ministro Grillo per quanto riguarda l’istituzione dell’Anagrafe vaccinale di primordiale importanza che consentirà di monitorare continuamente il livello delle coperture vaccinali”.

Cambiamo argomento e parliamo di Sicilia. Quali restano le priorità per i cittadini dell’Isola?

“La prima è banale: ripristinare la normalità del lavoro e riportare a casa giovani che se ne sono andati. Mi rendo conto che non è facile dopo decenni di emorragia, ma un tentativo va fatto. La Sicilia si presta a questo tipo d’intervento perché esprime delle condizioni favorevoli: un’agricoltura potenzialmente fra le migliori d’Europa, il turismo idem. E poi abbiamo una posizione centrale rispetto ai commerci e agli scambi culturali. Non dimentichiamoci che la nostra terra ha prodotto nel tempo le migliori intelligenze in ambito scientifico”

Come giudica il lavoro del governo Musumeci in questa prima parte di legislatura?

“Dire che è difficile peggiorare quanto fatto dal governo Crocetta. Bisogna sicuramente ragionare in modo più aperto con l’opposizione e confrontarsi seriamente a livello politico. Disancorandosi da alleanze passate, come quella con Forza Italia, che non hanno più ragion d’essere”.

Come ha trovato la politica dall’interno?

“Mi sento ringiovanito di quarant’anni. Sono immerso in un mondo, quello dei 5 Stelle, in cui collaboro ogni giorno con persone di buona volontà e di profonda onestà intellettuale. Sono per lo più giovani. Sanno cos’è il bene comune e sono proiettati verso la sua ricerca. Molto più di noi “vecchi”, che forse lo abbiamo perso un po’ di vista. Mi aspettavo di trovare una istituzione vecchia e stantia. Ma stiamo cercando di modificare anche dall’interno alcune dinamiche parlamentari. Aver abolito i vitalizi per gli ex deputati, ad esempio, significa aver cancellato una ingiustizia. E non ci siamo fermati qui perché l’attività parlamentare rinizierà anche con il taglio delle pensioni d’oro. Su questo punto ci tengo a precisare che le pensioni che saranno toccate saranno soltanto quelle non giustificate dai contributi versati”.

Qual è la battaglia parlamentare che le piacerebbe intestarsi?

“Ho presentato il mio primo disegno di legge contro la corruzione nella sanità. E’ un mio pallino perché, da addetto ai lavori, so quanto sia complicato gestire il sistema. Parlare di corruzione significa aprire scenari molto ampi: non solo in ambito amministrativo, ma anche di gestione assistenziale, che soggiace tuttora a dei vincoli e a una cultura superata. Servirebbe una nuova riforma sanitaria, per riadattare il nostro sistema ai tempi che sono cambiati e soprattutto per introdurre maggiore trasparenza. Su questo sicuramente troveremo il ministro Grillo dalla nostra parte. Io sono il pioniere in Sicilia dell’assistenza domiciliare per i malati terminali. Credo sia un modello da riproporre anche per altre categorie”.