Fra le geometriche stravaganze dei nostri tempi, c’è che la sinistra unita al governo va divisa alla conquista delle città, e la destra divisa dal governo nella città ci va unita. O meglio, ci andrebbe, se trovasse i candidati: questione abbondantemente raccontata. Dicono di no Gabriele Albertini per Milano e Guido Bertolaso per Roma, due vecchie glorie di quell’altro centrodestra che si chiamava così perché il Sole della coalizione era Silvio Berlusconi e i partiti di trincea, Lega e Msi (poi An), erano i satelliti. Adesso i satelliti si disputano la nuova leadership, sempre di trincea in trincea, e Berlusconi ha energie residue per affrontare gli acciacchi, e il suo partito, cui non ha lasciato alcuna eredità oltre sé stesso – niente struttura, niente classe dirigente, al di là di qualche lupo solitario alla Renato Brunetta – non gode di salute migliore: che Forza Italia non avrebbe avuto futuro oltre il fondatore è uno dei pronostici più antichi e più scontati. Continua sull’Huffington Post