Per carità, la presunzione d’innocenza è un principio sacramentale ma anche la decenza dovrebbe trovare un posticino nella faccia e nella mente di un’indagata per corruzione. Sabrina De Capitani, l’ape regina che ha trascinato il presidente dell’Ars in un vortice di intrighi e di azzardi poco commendevoli, stamattina era ancora che si agitava e piritolleggiava tra le stanze e i corridoi di Palazzo dei Normanni. Come se l’inchiesta della procura di Palermo non l’avesse mai sfiorata. Si dirà: ma non si era già dimessa da portavoce di Gaetano Galvagno, indagato pure lui per corruzione? Certo che sì. Però è rimasta in sella come direttrice occulta della Fondazione Federico II. Incarico che le consente di percepire una retribuzione, fino a dicembre di quest’anno, di settantadue mila euro; e di amministrare a suo piacimento un budget di tre milioni di euro. Allegria.
