Ma Musumeci non è fatto per i ribaltoni

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha chiesto a Roma l'applicazione dell'articolo 31 dello Statuto

L’idea di un foglio bianco e due penne – una in mano a lui, il governatore, l’altra a disposizione di Giancarlo Cancelleri e della sua cricca – non è piaciuta a Nello Musumeci, che nel giorno dei bilanci ha stroncato sul nascere qualsiasi prospettiva di governo col Movimento 5 Stelle. L’apertura di Cancelleri sulla Sicilia, arrivata all’indomani del sondaggio che ha stroncato l’attività del primo anno di governo, non è stata raccolta dall’onestissimo Musumeci. Che è talmente onesto con la sua maggioranza (azzoppata) da non poter rinunciare ad essa. E’ caduto nel vuoto anche l’invito di Pietrangelo Buttafuoco, che aveva invitato l’amico governatore a valutare alacremente l’invito rivoltogli dai Cinque Stelle per “salvare la Sicilia”. Ma niente, Nello non si intenerisce. E anche nel corso della conferenza stampa – finalmente – con slides al seguito, ha rivendicato l’operato del suo governo e deciso di chiudere le porte a tentativi interessati di soccorso.

“Non sono fatto per i ribaltoni, non ho maggioranza, ma questa è la mia coalizione e con questa coalizione, al di là dei numeri, io andrò avanti per tutta la legislatura- ha detto il leader del governo e di Diventerà Bellissima -. Il contratto è fatto, non c’è più un rigo bianco, ma se altre forze politiche dell’opposizione volessero proporre nuovi obiettivi e nuovi temi, potremmo pensare di aggiungere qualche allegato. Ma vengano senza arroganza, con umiltà, non abbiamo bisogno di lezioni da nessuno. Questo governo non è fatto da santi, ma altrove non vedo eroi”. Ciao Cancelleri, ciao 5 Stelle, ciao Buttafuoco. Il governo è e resta questo. Al massimo cambierà il nome di qualche assessore per garantire maggiore produttività. Ma resteranno i colori di Forza Italia, dell’Udc, dei Popolari e Autonomisti. Quelli della prima ora non si toccano. Anche se non tutti paiono in grado di reggere il passo delle riforme.

Paolo Cesareo :

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