Reddito di cittadinanza e mafiosetti di quartiere Il sussidio ha fallito

Un fermo immagine tratto da un video della guardia di finanza di Messina, 15 dicembre 2020: La Guardia di Finanza ha scoperto a Piraino (Messina) "un' indebita percezione di finanziamenti pubblici" dall'Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) e ha denunciato 156 falsi braccianti agricoli, responsabili, a vario titolo, di frode ai danni dell'Inps, falso e truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. Disposto un sequestro di un milione e cinquecento mila euro. Secondo gli investigatori il titolare di una cooperativa, D. L., 57 anni, avrebbe comunicato l'assunzione di centinaia di lavoratori. Ma i braccianti, secondo la Gdf, non hanno espletato alcuna prestazione lavorativa, riuscendo, comunque, secondo l'accusa, a percepire contributi previdenziali ed assistenziali in realtà non dovuti. La frode ha riguardato anche l'erogazione di ulteriori contributi pubblici, ammontanti a circa mezzo milione di euro, concessi dall'Agea nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale Sicilia 2007-2013. ANSA/GUARDIA DI FINANZA EDITORIAL USE ONLY NO SALES

La Guardia di Finanza ha denunciato 25 persone condannate per reati di mafia o parenti di esse che percepivano illecitamente il reddito di cittadinanza. Sono state sequestrati circa 330 mila euro percepiti dagli indagati che non avevano diritto al beneficio in quanto condannati a titolo definitivo nell’ultimo decennio. Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina in sinergia con l’Inps, hanno scoperto che i condannati fanno parte dei clan di maggiore spicco di Messina e provincia: Santapaola-Romeo, Sparacio, Spartà, Galli, Batanesi, Bontempo Scavo, De Luca, Mangialupi, Camaro, Tortoriciani, Ventura, Ferrante e Cintorino. Sono stati condannati per estorsioni, usura, traffico di sostanze stupefacenti, voto di scambio, maltrattamento e organizzazione di competizioni non autorizzate di animali.

Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Messina, accogliendo la proposta della Procura, ha sequestrato 330mila euro. L’illegittima percezione del reddito di cittadinanza, nei casi più gravi, prevede la reclusione da 2 a 6 anni.

Paolo Cesareo :

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