La Fondazione TaoArte continua a svuotarsi. Per volere di Fratelli d’Italia. E’ stata una precisa delibera dell’assessore al Turismo e agli Spettacoli, Elvira Amata, a dichiarare decaduto il Cda della fondazione a seguito delle dimissioni di un membro (Gianandrea Agnoni). Ufficialmente si parla di “motivi personali” anche se gli ultimi mesi, a Taormina, sono stati parecchio tribolati. Dopo la rottura estiva con il sindaco Cateno De Luca, che ha deciso di non firmare più atti e di uscire dal Cda a decorrere dal 1° gennaio (nonostante fosse presidente), TaoArte è rimasta monca fino al 19 gennaio, quando Amata ha deciso per il suo commissariamento.

L’incarico è stato affidato all’ex vicepresidente Sergio Bonomi, che dovrà assicurare “l’attuazione delle attività ordinarie e straordinarie della Fondazione, la programmazione delle iniziative istituzionali e la revisione complessiva dello Statuto in conseguenza del recesso del Comune di Taormina dalla compagine fondativa”. Ma la scelta di Bonomi, peraltro nominato nel Cda in quota FdI, sembra seguire lo schema Tarantino: il celebra direttore della Sicilia Film Commission che l’ex assessore al Turismo, Manlio Messina, per quasi due anni mise a capo della Fondazione Orchestra Sinfonica Sicilia, anche quella volta a seguito della dissoluzione del Cda. Tarantino è diventato una leva (di potere, di incarichi da conferire ecc.) per il Balilla, così come Bonomi – in questi mesi che conducono alle elezioni europee – potrebbe diventarlo per la Amata, che in questo modo conferma di aver appreso a pieno e saper applicare i metodi del suo predecessore. Al quale è legatissima e si ispira.

La nomina di Bonomi, però, potrebbe avere degli effetti collaterali che (forse) la Amata non ha considerato. A partire dai rischi corsi dall’attuale Sovrintendente Ester Bonafede, nominata dall’ex commissario Campo (sempre in quota Fratelli d’Italia), ma il cui destino è legato in maniera quasi ineluttabile alla presenza di un Cda: rimarrà in carica 60 giorni nell’attesa che il nuovo commissario decida se prorogarle o meno l’incarico. A cascata, però, potrebbero esserci refluenze anche per la corteggiatissima Beatrice Venezi, che è direttore artistico di TaoArte, ma la cui immagine è uscita sgualcita dal recente concerto del Politeama (gli orchestrali della Sinfonica, in maniera spietata, l’accusano di non saperci fare). La consulente del ministro Sangiuliano, luogotenente di Meloni nei teatri, sta attraversando un momento cupo e questa frizione di Taormina, dopo le tensioni accumulate col sindaco De Luca, sicuramente non depone a favore della sua vena artistica.