Tutti lo davano in partenza per il Senato, ma Gianfranco Miccichè ha altre idee. Una su tutte: rimanere all’Ars. “Non ho nessuna intenzione di andare via. Sono stato tra coloro che hanno bocciato il bis di Musumeci, adesso Schifani è il candidato di Forza Italia. Non potrei non stargli accanto”, ha detto il coordinatore regionale di FI a Repubblica. Ma oltre alla mera appartenenza è anche una questione anagrafica: “Tra un anno compio 70 anni. Dare spazio ai giovani non è uno slogan, è un obbligo”. E passa alla spiegazione: “Viviamo l’era del passaggio dall’analogico al digitale. Io sono analogico. Parliamoci chiaro, il digitale è un’altra cosa. I posti al sole devono essere regalati ai trentenni, ai quarantenni. Poi io resto in politica se mi guadagno i voti. Ma non si possono regalare i posti a gente alla sesta legislatura”.

Rimanere alla Regione corrisponde a una duplice mission: “Mi spiace non essermi occupato di sanità, è quello che voglio fare in futuro. Stiamo studiando l’intero settore insieme con alcuni esperti – dice Micciché -. Ci sono realtà d’eccellenza, ma anche gravi carenze. Schifani lamenta le lungaggini delle liste d’attesa. Il punto è che non si usano le strutture territoriali. Serve un approccio manageriale». L’assessorato alla Salute, in questi anni, ha acceso lo scontro con Razza e Musumeci: “I singoli problemi vanno studiati. Ed è inutile cercare di farli risolvere a chi è stato dirigente fino ad oggi: se avessero saputo farlo, lo avrebbero già risolto. Queste sono cose che deve fare l’assessore, che deve avere un approccio manageriale alle soluzioni”.

Un altro cruccio di Miccichè è il Turismo: “Non possiamo ancora immaginare che la Sicilia spenda soldi in pubblicità per fare vedere il sole e il mare. Lo sappiamo. Non sappiamo che c’è il Cretto di Burri, la più grande installazione d’arte contemporanea del mondo. Invece non ci si può neanche andare, non c’è strada per arrivarci, c’è una trazzera. Altrove avrebbe due milioni di visitatori l’anno. Qui – anche recentemente – i presidenti di Regione non sapevano nemmeno della sua esistenza”.