I sorrisi, la bellezza, la gioventù. Quel vestito blu indossato davanti allo specchio, gli amici, il sabato sera. E poi quella macchina accartocciata, a testa in giù. Piantata in mezzo all’erba, un groviglio. Scendendo verso Valdesi domenica sera era ancora lì, a testimoniare l’orrore per la morte di due ragazzi volati giù da Montepellegrino. Un pugno nello stomaco, i curiosi fermi a guardare, una pattuglia dei vigili al bordo della strada.

Le indagini. Si cerca di capire se ci fosse qualche buca che ha deviato la traiettoria, chi ha violato le transenne che dovrebbero impedire il transito in quel tratto di strada. Se ci siano responsabili, se sia stato un malore o un colpo di sonno.

Per quanto sia giusto sapere la verità, niente di tutto ciò ridarà la vita a Simona e Piero. E allora, con quel pizzico di romanticismo che forse può addolcire la vita (e la morte), ho pensato che l’unica consolazione è che questi due ragazzi siano morti dopo essersi scambiati un bacio, con la luna che splendeva sul mare. Siano morti dopo aver cercato un abbraccio di fronte a un panorama mozzafiato. Siano morti accompagnati dall’amore (o da qualcosa che ci assomiglia), che in fondo è l’unica salvezza.