Ci voleva un post di Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e forzista di lungo corso, per riaccendere la memoria del presidente della Regione. Tema: Fratel Biagio Conte, il missionario laico che a Palermo ha lasciato un segno profondo, non solo nella comunità dei poveri ma nell’intera coscienza civile siciliana.
Mulè ha affondato il colpo su Facebook, con toni che non lasciano spazio ad ambiguità: «Io ricordo le dichiarazioni e i proclami su Biagio Conte. In vita e dopo la morte. Era un esempio, una guida per tutti, di più: merita la Santità! Tutto vero. Poi però non si trovano in Sicilia, nella Sicilia di Biagio Conte, quattro spiccioli dal bilancio della Regione per aiutare a realizzare nella sua terra un film che racconta la sua storia. Ma davvero la Regione che spende e spande per festini e carnevali non è stata capace di trovare la strada per assicurare il suo contributo? Per finanziarlo non era possibile aggirare le pastoie dell’aula dell’assemblea con una semplicissima delibera di giunta utilizzando il fondo di riserva e poi con calma fare una variazione di bilancio in Assemblea e rimpinguare il capitolo? Allora: volere è potere…a meno che illudendosi di esercitare il “potere” non si perda la testa. E contemporaneamente far perdere a noi la faccia».
Parole dure, che hanno toccato nel vivo Palazzo d’Orléans. E così, poche ore dopo, Renato Schifani ha deciso di correre ai ripari. Come apprende l’Adnkronos, il presidente ha chiamato direttamente la produttrice Gloria Giorgianni, a capo della società Anele, che aveva denunciato lo stop ai finanziamenti al film su Biagio Conte da parte della Regione. Al telefono Schifani avrebbe annunciato l’impegno della Regione a riproporre, «già la prossima settimana», in Giunta lo stanziamento delle «somme necessarie per il finanziamento» del film, ribadendo che le risorse «ci sono». Lo stanziamento dovrà poi passare dal Parlamento regionale, ma – ha garantito – non sarebbero previsti.
Un impegno tardivo, che arriva dopo la bocciatura del contributo da parte della Sicilia Film Commission e dopo che lo stesso Schifani aveva tentato, senza successo, di infilare le risorse nella manovra-ter: lì la Commissione Bilancio aveva stralciato l’articolo insieme ad altre norme sensibili, dai fondi contro il caro-voli alle misure per il sociale e per la sanità delle isole minori.