Ospedali, a giugno ritorno alla normalità

L’altra sanità fatica a ingranare le marce alte. Quella che per mesi è passata un po’ in sordina a causa della pandemia, rimane un autentico rebus per il governo della Regione. Molti pazienti, specie negli ospedali del Palermitano, sono in attesa che si liberi un posto all’interno degli ospedali che avevano riconvertito i propri reparti per i pazienti Covid e che, a causa della curva assai più sfumata, oggi risultano vuoti ma inutilizzati. I primi segnali sono arrivati ieri, con la riattivazione di 60 posti in Medicina al ‘Civico’. Ma anche Villa Sofia, per citare un altro esempio, il pronto soccorso è affollato per carenza di posti in reparto.

In tutta la Regione mancano circa 400 letti, anche se nei giorni scorsi sono partite alcune direttive dal dipartimento Attività Sanitarie, retto ad interim da Mario La Rocca, per organizzare una lenta riconversione che, parole di Musumeci, dovrebbe completarsi entro un mese: “Ho dato disposizioni al dipartimento di riconvertire alla condizione originaria il 50% dei reparti che erano stati destinati unicamente al Covid – ha spiegato il governatore intervenendo a Casa Minutella -. Alla fine di giugno, dopo aver visto l’andamento dell’epidemia, saremo in grado di ripristinare gli ospedali nelle condizioni pre-Covid”. Anche il timore di una recrudescenza della pandemia non abbandona il presidente: “Nessuno ha la sfera di cristallo. Abbiamo affrontato un periodo drammatico riconvertendo alcuni reparti per patologie ordinarie negli ospedali, suscitando delle reazioni. In ogni caso siamo andati dritti, facendo quello che sentivamo di fare. Adesso il Covid sta scemando, anche se io continuo a firmare zone rosse (l’ultima a Scordia, ndr) e questo mi tiene in apprensione”.

Bisogna inoltre recuperare una lunga sfilza di interventi perduti: oggi, Repubblica riferisce di 4.500 pazienti in lista d’attesa al Civico di Palermo, di cui 700 in attesa di un ‘semplice’ intervento urologico; mentre al Policlinico di Catania sono 7 mila le operazioni chirurgiche lasciate indietro. Un autentico fardello che peserà nei mesi a venire, almeno fin quando la situazione epidemiologica non rientrerà del tutto. L’alternativa, per chi non può aspettare, è rivolgersi al privato.

Non sono mancate le critiche da parte dell’opposizione. Cinque Stelle, Pd e Claudio Fava hanno depositato all’Ars una mozione che impegna il governo a risolvere le criticità che riguardano la gestione del sistema sanitario: “I ritardi e la disorganizzazione che si registrano nella gestione dell’emergenza sanitaria – si legge in una nota – provocano conseguenze negative e difficoltà anche sul corretto funzionamento della sanità ordinaria. La Sicilia ha bisogno di un assessore alla Salute che si confronti con l’ARS e con le Istituzioni nazionali, che sia altamente qualificato e che si dedichi ad affrontare le attuali e gravissime criticità sanitarie a tempo pieno e, soprattutto, in questa delicata fase dell’emergenza sanitaria legata all’epidemia Covid-19, con una presenza continua ed ininterrotta per affrontare le innumerevoli problematiche giornaliere”.

Musumeci li accontenterà in parte, giacché ha previsto il rientro di Razza: “Non c’è un solo motivo per cui Ruggero non accetti la mia sollecitazione e non torni in giunta”. L’ex assessore, intercettato dal Giornale di Sicilia, ha sciolto le riserve: “Sto riorganizzando la mia vita. La prima volta che entrai in giunta fu una scelta di Musumeci. Oggi è un atto di coraggio, che non può prescindere da aspetti familiari”.

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