Non accenna a placarsi la polemica fra Nello Musumeci e Alitalia, all’indomani della decisione della compagnia di bandiera di cancellare i voli dall’aeroporto di Trapani-Birgi per i mesi di luglio e agosto. Prima di presentarsi in conferenza stampa con l’Anci e il sindaco Orlando, dal terminal di Punta Raisi, il presidente della Regione – reduce da una vertenza con Anas sulle infrastrutture malconce – c’era andato giù duro: “L’aumento dei voli Alitalia da e per la Sicilia? Non siamo assolutamente soddisfatti – aveva sentenziato a ‘Centocittà’, su Radio Uno – Siamo davanti a una cancrena che la Sicilia subisce ormai da tempo da parte di questa compagnia di bandiera che rischia di apparire come una compagnia di pirati. Quando c’è tempesta – ha sottolineato Musumeci – Alitalia ricorre a mezzi spiccioli come l’aumento dei voli senza dire, però, che per un Palermo-Milano o un Palermo-Roma si può arrivare a pagare anche seicento euro”.

Poi il governatore ha analizzato le viscere della questione: “Bisogna capire che per la Sicilia il trasporto aereo non è un capriccio e che è necessario che la compagnia di bandiera imponga prezzi inchiodati. Credo che un prezzo ragionevole per tratte come Palermo-Milano o Palermo-Roma possa essere 100-150 euro”. Su Trapani: “Non si può lasciare una realtà splendida e vocata al turismo come quella della Sicilia occidentale e del trapanese a pochi giorni da luglio, cioè dall’apertura ufficiale della stagione turistica, dicendo ‘mi dispiace vado via perché abbiamo poche prenotazioni. Il mercato – ha ricordato Musumeci – non si è ancora aperto e quindi è naturale che le prenotazioni non siano alte.”. Musumeci ha annunciato un incontro coi ministri De Micheli e Provenzano per discutere della questione. “Nei confronti del Sud e della Sicilia – ha terminato il suo intervento radiofonico – tutte le classi dirigenti continuano ad avere un atteggiamento di chiusura, un’aria di sufficienza, considerano con marginalità problemi di un Mezzogiorno che potrebbe essere l’avamposto dell’Europa nel Mediterraneo. Come si fa a rimanere inermi di fronte a questo sconcio, a questa condotta assolutamente inaccettabile?”.

Nel corso della conferenza stampa assieme alla giunta regionale (quasi) al completo, ai sindaci e al presidente dell’Anci, Leoluca Orlando, Musumeci ha ribadito che “formalizzeremo un documento di protesta che trasmetteremo alla direzione di Alitalia e consegneremo martedì mattina, a Roma, al Ministro dei Trasporti e al ministro per il Mezzogiorno. Il documento sintetizza lo stato d’animo della comunità siciliana, in un momento che dovrebbe registrare la ripresa economica della nostra Isola e invece registra il cinismo di una compagnia che, pur mantenendosi con 3 miliardi da parte dello Stato, si permette di fare i capricci abbandonando gli scali minori, mantenendo limitato il numero delle corse negli scali maggiori e adottando una politica dei costi inaccessibile per gran parte dei siciliani”.

“Per noi isolani il trasporto aereo non è un lusso, ma una necessità, e la politica di Alitalia scoraggia la mobilità dei siciliani – ha ribadito il presidente della Regione -. Chiediamo al governo nazionale di intervenire con Alitalia per applicare una tariffa unica, che sia la media tra le tariffe accessibili e quelle inaccessibili. Si va dalle 70 alle 800 euro. Non è assolutamente possibile. Bisogna evitare questa campagna di speculazione. Chiediamo, inoltre, la modifica di due articoli del decreto Rilancio che tendono ad omologare il trattamento riservato ad Alitalia con quello delle compagnie low cost: questo è inaccettabile, perché le porta a volare lontano dalla nostra Isola. E’ un doppio delitto, un crimine. Noi vogliamo capire se Alitalia è una compagnia per gli italiani fino a Reggio Calabria o fino a Lampedusa”.

D’accordo anche Orlando: “Chi cerca di dividerci dando un volo in più a Palermo e levandolo a Birgi non ce la farà. Io qui rappresento tutti i sindaci e gli aeroporti siciliani. Anche noi condividiamo il documento che martedì verrà presentato al governo nazionale. La Sicilia ha fatto della mobilità internazionale una fonte di ricchezza e di sviluppo: si chiama turismo. Noi abbiamo un patrimonio straordinario di bellezze e attrattività. Chi arriva a Palermo si sente a casa propria ma con un arredamento cambiato. E’ vergognoso il comportamento della compagnia di bandiera: a cosa servono 3 miliardi di ricapitalizzazione?”.