“Prendo atto volentieri di avere una maggioranza, sono contento. Non me ne ero accorto da quando sono stato eletto”. Nel corso della conferenza stampa in cui Musumeci ha annunciato l’ultimo, assurdo disavanzo da 7,3 milioni di euro e dato le colpe ai governi che l’hanno preceduto, quello di Crocetta in particolare, il governatore siciliano (da due anni ormai) è tornato ad ammettere la sua debolezza. L’incapacità di far incidere la sua azione di governo a causa dei numeri risicati in all’Ars: 37 deputati a 33, quando si serrano le file della coalizione di centrodestra, cioè quasi mai. Molti assessori non sono in aula e non votano, così Musumeci è sempre esposto al rischio di un cappotto. E se anche se volesse proporre qualcosa di diverso dall’ordinaria amministrazione, questi numeri glielo impediscono. Il presidente della Regione qualche mese fa aveva annunciato che il tempo della semina si sarebbe chiuso per fare spazio a quello del raccolto, ma dallo scorso dicembre alla Regione si ragiona solo di Legge di stabilità e Bilancio. L’ultimo buco da 400 mila euro, all’interno di un disavanzo più complessivo trovato in eredità, ha costretto il governo a ritirare la norma sul maxi collegato, in attesa dell’ennesima riscrittura, stavolta senza norme di spesa. In bocca al lupo.