Siamo la nuova Carboneria. Ci telefoniamo nascosti negli anfratti delle nostre case, ci scriviamo su chat che speriamo nessuno porterà mai alla luce. Sussurriamo parole manco avessimo l’amante.

Siamo, in estrema sintesi, la Carboneria di chi si è rotto i coglioni del fanatismo di chi oltre al Covid vede solo il Covid. Di chi si è rintanato a casa per paura, dei fanatici delle mascherine e dei vaccini. Dei fanatici del chiudiamo tutto, di chi ritiene che la morte civile e psicologica sia preferibile a quella vera, carnale, terrena. Di chi, a ogni tua timida opposizione, ti risponde “e le bare di Bergamo? Te le sei scordate le bare di Bergamo?”.

Siamo la Carboneria di chi vuole che il mondo torni a girare come una volta, come sempre, e storciamo il naso se qualcuno ci chiama negazionisti. Noi non neghiamo proprio niente. Ma c’è una cosa più forte di tutte, ed è il diritto alla vita (finché siamo vivi). Il diritto di potere lavorare nelle nostre aziende, di mandare i figli a scuola, di andare al cinema (al limite moriremo guardando il nuovo 007) e al ristorante, di prendere un aereo, di salire sulla moto e aprire una cartina e dire “oggi andiamo qui”. Il diritto di guardare con commozione e ammirazione ai ristoratori romani che da aprile in poi apriranno a pranzo e a cena sfidando le regole dei burocrati che ci telecomandano.

Siamo la Carboneria di chi vuole che tutto torni come prima, anche adesso, malgrado tutto, ma non ditelo in giro, lasciateci alla nostra pazzia, voi continuate a credere che la vostra ubbidienza vi terrà in vita per sempre.