Totò Cuffaro si è presentato davanti alla gip Carmen Salustro ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha però rilasciato brevi dichiarazioni e depositato, tramite i suoi avvocati Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano, una memoria difensiva che contesta punto per punto le accuse della procura di Palermo. La difesa sostiene inoltre che una delle intercettazioni chiave – quella in cui si parlerebbe di “soldi” fra Cuffaro e l’imprenditore Vetro – sia stata trascritta in modo errato.

L’ex governatore, accusato di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta, ha ammesso soltanto un «errore» nella vicenda del concorso degli operatori socio-sanitari di Villa Sofia. Nel fascicolo, i Ros riportavano le parole che Cuffaro avrebbe rivolto ai carabinieri dopo le perquisizioni: avrebbe sostenuto che «Caltagirone è uomo di Forza Italia» e che la gara all’Asp di Siracusa avrebbe avuto un’«accelerazione» verso la società Dussmann «a seguito dell’intervento di Romano Francesco Saverio», aggiungendo che la svolta sarebbe arrivata grazie a «Roma», intesa come il peso politico di Saverio Romano.

Nelle dichiarazioni spontanee davanti alla giudice, Cuffaro si è limitato a dire che la gara di Siracusa ha accelerato «quando sono intervenuti altri attori», senza fare nomi. Sul fronte difensivo, gli avvocati contestano una delle intercettazioni chiave dell’inchiesta sostenendo che «la parola “soldi” non si sente».