Girate lo sguardo su Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo. Ci troverete un re nudo che recita uno spartito triste, malinconico y final. E’ Leoluca Orlando, il sindaco di una fatua primavera che, per ironia della sorte, sta per concludere la sua parabola tra l’immondizia che soffoca le periferie e le mille bare accatastate senza pudore in un capannone dei Rotoli. Certo, Orlando ci ha messo del suo. Ma una mano, verso la rovina, gliel’ha data Giusto Catania, l’assessore al traffico da sempre attorcigliato alle sue arroganze e alle sue follie: dalle piste ciclabili alle isole pedonali. Si è riprodotto a Palermo lo schema del governo regionale. Anche il presidente Musumeci ci ha messo del suo: ma la disfatta non è da addebitare solo a lui. L’hanno spinto nel baratro i suoi funesti assessori, dal bullo al balilla. Concedetegli almeno questa attenuante.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Orlando, Musumeci e i funesti assessori
leoluca orlandonello musumeci
-
Articoli Correlati
-
L’ultimo spettacolo
“A Renà, facce Tarzan”Volevano dimostrare che Renato Schifani è un uomo di polso, intrepido e intransigente; un presidente…
-
I cerchi di Schifani
non si chiudono maiLa Sicilia è un luogo geometrico dove i cerchi si aprono ma non si chiudono.…
-
Il “Dies irae” di Schifani
è solo una fanfaronataDies irae, dies illa. A giudicare dalla cronaca del Giornale di Sicilia sembra che Renato…