Al Comune di Palermo si rischia il crac finanziario. Così, all’interno di una delibera inviata per conoscenza anche ai due rami del parlamento, alla presidenza del Consiglio e ad alcuni ministri, il sindaco Orlando ha messo in evidenza alcune delle possibili contromosse per chiudere il Bilancio 2021-23 ed evitare il dissesto. La ricetta del sindaco, fra le altre cose, prevede l’inserimento della Tari nella bolletta dell’energia elettrica, come avviene a livello nazionale per il canone Rai. Su questo aspetto, però, sarà Roma a dire l’ultima parola.

La proposta di Orlando, per altro, piace a pezzi della sua maggioranza: “L’inserimento della Tari nella bolletta della luce è una misura utile a contrastare l’evasione ancora altissima. D’altronde c’è il precedente del canone RAI già in bolletta, e la tari è una tassa per un servizio indispensabile, al contrario della televisione che è un bene facoltativo. Vista la scarsa capacità di riscossione dei Comuni – scrivono i consiglieri Chinnici e Giaconia di Avanti Insieme – a fronte del fatto che la gestione dei rifiuti e il loro conferimento per legge devono essere totalmente coperti dal gettito Tari, non vediamo valide alternative”.

La mancata approvazione del Bilancio consolidato 2019, bocciato dal Consiglio comunale, ha provocato un ulteriore ammanco da 60 milioni (lo Stato non ha erogato le risorse del fondo di solidarietà). “L’amministrazione comunale – si legge nella delibera – non può che prendere atto dell’impossibilità giuridica di approvazione del bilancio di previsione 2021-2023 in condizioni di equilibrio”. Tra i nodi da sciogliere ci sono quello del disavanzo, dell’anticipazione di cassa da parte della tesoreria (157 milioni, mai così elevato) e l’incapacità di riscuotere i tributi. Tornando al capitolo Tari: i costi per lo smaltimento dei rifiuti, nei prossimi mesi, potrebbero aumentare ancora. Con la sesta vasca di Bellolampo quasi satura, la Rap sarà costretta a intraprendere altri viaggi della speranza, verso altre discariche dell’Isola, provvedendo a extracosti che – prima o poi – dovranno rientrare nelle casse di una società che ha già conosciuto il baratro. E che rischia di finire gambe all’aria. Anche stavolta, a salvare capre a cavoli, dovranno essere i palermitani.

Figuccia (Lega): il Comune va commissariato

“Come volevasi dimostrare. Palermo si guarda allo specchio e vede in sé l’immagine sempre più nitida di un default finanziario”. A dirlo è Vincenzo Figuccia, deputato della Lega all’Ars e coordinatore provinciale del partito a Palermo. “L’impossibilità giuridica di procedere all’approvazione del bilancio di previsione 2021-2023 – prosegue – è il chiaro segnale di una città allo sbando, al cui timone continua ad aggrapparsi il sindaco reo di averla spinta nello tsunami economico. Poche entrate, troppi accantonamenti, un’anticipazione di tesoreria ai massimi storici, disallineamenti con le partecipate. Negligenza su negligenza che sta distruggendo il superstite tessuto economico palermitano. Non possiamo accettare questo disordine morale, finanziario, sociale ed economico certamente imputabile a questa amministrazione. Chiediamo il commissariamento della città perché si metta presto mano al bilancio comunale e si allochino correttamente le risorse per garantire il buon funzionamento di tutti i servizi e che soprattutto, non si ripieghi su una pressione fiscale che in questi anni ha visto proliferare e inflazionare i tributi locali”.