Consentiteci un pensiero eretico. Oggi per attraversare lo Stretto di Messina occorrono almeno tre quarti d’ora. Ammettiamo, per una azzardata ipotesi, che domani Matteo Salvini ci consegni quel capolavoro di ingegneria che è il Ponte. Il tempo di attraversamento si abbatterà di colpo: basteranno dieci minuti e da Messina saremo in terra di Calabria. Ma se le strade della Sicilia saranno quelle trazzere che conosciamo da anni, il problema non sarà attraversare lo Stretto, ma raggiungere Messina. Pensate a uno studente o a un camionista di Trapani, di Ragusa o di Palermo. Siete certi che, per andare a Roma, si servirà del Ponte? No, lo studente cercherà di prendere un aereo e il camionista prenderà la nave per Napoli o per Civitavecchia. Se non si ammoderna la rete interna dei trasporti, il Ponte rischia di diventare una monumentale velleità, un colossale spreco.