A Terrasini, provincia di Palermo, un cittadino ha fatto irruzione nella stanza del sindaco cospargendola di benzina e minacciando di dar fuoco a tutto. Poi è stato fermato. A Napoli centinaia di persone hanno preso d’assalto gli uffici dell’Inps. Anche i Caf (Centri di Assistenza Fiscale) sono in difficoltà. Per non parlare degli assistenti sociali, che in diverse regioni lamentano tutti la stessa cosa: il Governo ha provveduto a eliminare una misura, ma non ha pensato alle conseguenze, “non ha previsto linee guida strutturali per uscire dal reddito di cittadinanza”. L’abolizione del Rdc, dal 1 di agosto, per 169 nuclei familiari, si schianta sui comuni e sulle realtà locali, che stanno sperimentandone le conseguenze. E anche se finora non si registra nessun episodio grave, la situazione pare essere di confusione totale. “Siamo di fronte all’attacco del governo Meloni ai poveri e al diritto di sopravvivenza” è il grido che parte da Napoli e si espande in diverse città del sud Italia, ma non solo. Nel capoluogo campano si è tenuta una manifestazione all’esterno della sede dell’Inps. “Si metta una mano sulla coscienza e si renda conto che ci sta costringendo a delinquere o a compiere gesti estremi” afferma Gianni rivolgendosi direttamente al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per esprimere tutta la sua rabbia e la disperazione. Il 53enne di Napoli, con moglie e un figlio, rappresenta uno degli oltre 43 mila nuclei familiari campani che da agosto non percepiranno più il reddito. “Questo Governo vuole che andiamo a rubare o che prendiamo le pistole?”, si chiede Pasquale, 52 anni, separato con due figli, che poi sventola la carta del reddito di cittadinanza, spiegando che senza questa misura non si può sopravvivere. Continua su Huffington Post