Manca ancora qualche limatura, soprattutto nella parte che riguarda la provincia di Palermo, poi il piano da 800 milioni per la sanità siciliana, a valere sulla Missione 6 del Pnrr, sarà trasmesso a Roma. Il testo verrà definito domani dalla commissione Salute e dall’assessore Ruggero Razza, che nel frattempo ha fissato un incontro con la manager dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni. Poi toccherà all’Agenas, che avrà due mesi di tempo per la validazione. Entro il 30 giugno è prevista la firma tra il ministero della Salute e il governo Musumeci.

E’ quanto è emerso a conclusione dell’audizione in commissione Sanità, presieduta da Margherita La Rocca Ruvolo, del direttore generale dell’Agenas Domenico Mantoan e dell’assessore Razza. Rispondendo ai commissari, Mantoan ha chiarito che l’Agenas funge da raccordo tra il ministero e le Regioni e ha rassicurato sui dubbi relativi alle dotazioni organiche di ospedali e case di comunità previsti nel piano: gran parte del personale sarà costituito da infermieri e operatori sanitari attraverso un progetto che coinvolgerà i Policlinici universitari. Discorso a parte per i 9 mila sanitari coinvolti nell’emergenza Covid in Sicilia per i quali il governo Musumeci spinge per la stabilizzazione. Mantoan ha affermato che non spetta all’Agenas affrontare questo tema e che probabilmente occorrerà una norma ad hoc per questo personale i cui contratti sono legati allo stato di emergenza che come ha ribadito il premier Draghi cesserà il 31 marzo.

Durante l’audizione in commissione, sul tema degli immobili è stato chiarito che qualunque ente pubblico potrà assegnarli in comodato d’uso per ospitare le case di comunità, sgomberando il campo da voci secondo cui sarebbe pronta una speculazione da parte di privati. Ma il concetto, secondo il deputato regionale del M5s, Giorgio Pasqua, non è ancora chiaro: “Per le Asp il divieto di acquisto da privati degli immobili per realizzare gli Ospedali di comunità, le Case di comunità e le Centrali operative territoriali previsti dal Pnrr può essere aggirato solo in casi eccezionali e residuali. Pertanto in Sicilia alcune delle nuove strutture sanitare previste dal Pnrr sono ad altissimo rischio, tre solo nel Siracusano. E tutto questo per l’arroganza ed i soliti ritardi del governo Musumeci”

Pasqua nei giorni scorsi aveva denunciato il rischio che alcune aree siciliane potessero essere costrette a rinunciare alle nuove strutture sanitarie perché previste in edifici non di proprietà delle Asp o comunque di una pubblica amministrazione. “L‘esistenza di questo rischio – dice Pasqua – oggi è stata confermata in commissione Salute da Mantoan, che in collegamento web a una mia precisa domanda ha risposto che la possibilità di realizzare le nuove strutture in edifici da acquistare da privati è praticabile solo in via residuale e del tutto eccezionale. In questa ottica le Case di comunità di Palazzolo Acreide, Rosolini e Siracusa potrebbero essere appese ad un filo, considerato che la spesa totale prevista di 4 milioni e mezzo non è certo residuale e che anche l’eccezionalità del caso è difficilmente contemplabile, visto che, specie a Palazzolo e a Siracusa, era possibile individuare strutture pubbliche alternative”.

“I casi del Siracusano – continua Pasqua – non sono certo isolati. In Sicilia potrebbero essercene diversi e potrebbero privare diverse comunità di importanti strutture capaci di dare finalmente risposte adeguate alla domanda di salute dei cittadini. E tutto questo per l’arroganza ed i soliti ritardi del governo Musumeci e di Razza, che si è deciso a portare la questione in commissione solo in questi giorni e dietro nostre pressioni e che non ha mai pensato a fare il dovuto, propedeutico passaggio con i sindaci che meglio di tutti conoscono i territori”.