“I dati della settimana appena conclusa mostrano alcuni segnali di risalita della pandemia in Sicilia: rispetto alla settimana precedente sono aumentati i nuovi positivi e i nuovi ingressi in terapia intensiva, anche se sono diminuiti gli attuali positivi, i ricoverati, le persone in isolamento domiciliare e i deceduti”. Lo spiega, nel classico report di inizio settimana, il responsabile dell’ufficio Statistica del comune di Palermo, Girolamo D’Anneo. Lo studio è dettagliato e conferma che nella settimana appena conclusa (22-28 febbraio) i nuovi positivi in Sicilia sono 3.568, il 9,9% in più rispetto alla settimana precedente, quando si era registrata una diminuzione del 22,5%. I tamponi positivi sono pari al 10,3% delle persone testate, in aumento rispetto al 9,1% della settimana precedente.

Il numero degli attuali positivi è pari a 25.982, 3.198 in meno rispetto alla settimana precedente. Mentre le persone in isolamento domiciliare sono 25.124. Notizie più confortanti sul fronte dei ricoveri: attualmente sono 858, di cui 133 in terapia intensiva. Rispetto alla settimana precedente sono diminuiti di 131 unità (di cui -10 in terapia intensiva). Si sono però registrati 51 nuovi ingressi in terapia intensiva (+15,9% rispetto ai 44 della settimana precedente). Il numero dei guariti (122.438) è cresciuto di 6.627 unità ed è il numero più confortante, anche in riferimento alla percentuale sul totale positivi: l’80,3% (contro il 77,7% di domenica 21). Il numero dei deceduti, pari a 4.138, è aumentato di 139 unità. Il tasso di letalità (deceduti/totale positivi) è pari al 2,7%. I ricoverati complessivamente rappresentano il 3,3% degli attuali positivi (i ricoverati in terapia intensiva lo 0,5%).

Il trend dei vaccini e la polemica sui medici

Dodicimila inoculi al giorno, per due giorni di fila. La campagna di immunizzazione, in Sicilia, comincia a dare i suoi frutti. Merito dell’hub della Fiera del Mediterraneo, a Palermo, dove un guasto al gruppo elettrogeno, ieri mattina, ha fatto rimanere in coda trecento prof per alcune ore. Ma il problema è stato risolto. Ai 62 box di Palermo (dove sabato sono state vaccinate 1.300 persone), a partire da oggi, si aggiungono i 55 del centro vaccinale di Catania, ricavato presso i locali dell’ex Mercato Ortofrutticolo di San Giovanni La Rena, recuperato dalla protezione civile.

Questa mattina l’inaugurazione e i soliti assembramenti (evitabilissimi). Nella struttura, dove potrebbero essere somministrate 5.000 dosi di vaccino al giorno, si alterneranno oltre 130 tra sanitari e amministrativi, suddivisi in due turni e operativi dalle ore 8 alle 20. In contemporanea, in un’area esterna con accesso distinto, proseguirà l’attività del drive-in per i tamponi. Tra le novità dell’hub c’è il “muro del vaccino”, su cui gli utenti potranno lasciare la propria firma sotto la scritta “Io mi sono vaccinato”. “È una tappa importante nell’avvio della stagione della speranza – ha affermato il presidente della Regione, Nello Musumeci – che potrebbe divenire stagione della certezza, se avessimo già nel frigo le fiale del vaccino. Ancora le aspettiamo, ma non vogliamo farci cogliere impreparati”.

Il trend delle ultime ore è positivo, il dato generale un po’ meno. Dal 27 dicembre, giorno del Vax Day, in Sicilia sono state somministrate 327 mila dosi. In particolare, dal 24 al 26 febbraio, sono state complessivamente effettuate 31.893 vaccinazioni. Nello specifico, quella di venerdì (12.194) risulta essere una delle migliori performance nell’ambito della campagna di massa. Le forniture, però, procedono a rilento: Moderna non ha ancora consegnato le 18.500 fiale previste per febbraio, AstraZeneca è indietro della metà. L’unica a mantenere i patti è Pfizer. Sciolti gli ultimi nodi sulla scuola: anche il personale docente e non docente degli istituti paritari o degli enti di formazione, a partire da domani, potrà prenotarsi sulla piattaforma di Poste Italiane e fissare un appuntamento nel centro più vicino. Una possibilità già offerta ai docenti delle scuole statali: si sono registrati in 32 mila sui 64 mila aventi diritto. Il target è stato allargato alla classe 1956, cioè i soggetti che compiranno 65 anni entro la fine del 2021.

Ma i problemi non mancano. Ad esempio, è ancora in alto mare l’accordo fra Regione e medici di famiglia. L’assessorato alla Sanità – disposto a spendere fra 20 e 30 euro come rimborso spese per ogni singola dose – vorrebbe utilizzarli per la campagna domiciliare, quella rivolta agli anziani con problemi di deambulazione e ai pazienti fragili, che potranno ricevere il vaccino direttamente a casa. Mentre i medici, che a livello nazionale hanno già un accordo con il ministro Speranza, vorrebbero iniettare il siero all’interno del proprio studio, a patto di utilizzare vaccini facili da conservare (ma AstraZeneca, che rientra in questa categoria, non può essere utilizzato per gli over-65).

Nel frattempo, il commissario straordinario per l’emergenza a Palermo, Renato Costa, ha scritto una nota al personale reclutato per l’emergenza Covid per chiedere la disponibilità di fare i vaccini “in considerazione della insufficiente dotazione organica di medici vaccinatori”. Anche se l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, non è così pessimista: “Al momento il personale sanitario in campo è sufficiente rispetto al numero delle dosi – ha spiegato – e c’è l’impegno a livello nazionale a potenziare le reti dei vaccini ricorrendo anche alle agenzie interinali”.

La svolta è il vaccino Johnson&Johnson

Potrebbe arrivare a fine marzo, massimo inizio aprile, la vera svolta della campagna vaccinale. L’Italia ha infatti prenotato 26 milioni di dosi del siero Johnson&Johnson, che l’Ema dovrebbe autorizzare fra l’11 e il 12 marzo. Si conserva a temperature accessibili (fra -2° e -8°) e soprattutto non necessita di richiami. Va somministrato una sola volta. L’agenzia del farmaco ha ricevuto richiesta di autorizzazione il 17 febbraio. “Lo stiamo valutando e penso che intorno a metà marzo saremo in grado di concludere — conferma il responsabile terapie e vaccini dell’Ema Marco Cavaleri, a Repubblica — Sempre che, ovviamente, non emergano dei problemi, ma sono piuttosto ottimista: sarà il prossimo». Le consegne delle dosi inizieranno nel secondo trimestre dell’anno, quando ne arriveranno 7,3 milioni, poi cresceranno nel terzo, toccando quasi i 16 milioni e saranno più contenute nel quarto: 3,3 milioni. Secondo gli studi osservati dagli esperti statunitensi, il vaccino non arriva alle coperture di Pfizer e Moderna, superiori al 90%, ma comunque ha percentuali considerate significative. Grazie all’arrivo massiccio delle dosi di J&J l’Italia dovrebbe raggiungere l’obiettivo fissato da Draghi di duecentomila vaccinazioni al giorno. Un primo passo verso la normalità.

Primo caso di variante sudafricana in Sicilia

In Sicilia c’è il primo caso di variante Sudafricana. Il genoma è stato sequenziato su un marittimo trentaduenne di Mazara del Vallo, nel Trapanese, rientrato da un soggiorno di due mesi in Africa, dove ha lavorato su alcune piattaforme petrolifere. Il sequenziamento è stato accertato dal dottor Fabio Tramuto del laboratorio di riferimento regionale del Policlinico di Palermo, diretto dal professor Francesco Vitale. Lo scrive il Giornale di Sicilia. Il marittimo è rientrato in Italia partendo il 10 febbraio da Malabo, capitale della Guinea Equatoriale, con un volo che ha fatto scalo ad Addis Abeba per poi atterrare a Roma e da lì a Palermo, dove, appena sbarcato, è stato sottoposto a tampone rapido risultando negativo. I primi sintomi li ha avvertiti il 15 febbraio e da quel momento è scattato l’isolamento. Anche la moglie è risultata positiva. ‘Il sistema di tracciamento ha funzionato alla perfezione – ha spiegato il professor Vitale – I colleghi dell’Asp di Trapani sono stati molto bravi a capire che poteva esserci la variante sudafricana e sono intervenuti con celerità per bloccarne la diffusione”. (ANSA).