Fino all’altro ieri la presidenza di Palazzo dei Normanni sembrava il luogo geometrico della dignità e dell’austerità parlamentare. Ma scatta l’inchiesta per corruzione su Gaetano Galvagno e l’immagine si rovescia: il dossier della procura dipinge quelle stanze maestose come una centrale limacciosa di affari, come un crocevia d’azzardi e spregiudicatezze. La stessa infausta sorte tocca a Taobuk. Per anni quella rassegna è stata considerata una prestigiosa enclave culturale, riconosciuta in Italia e nel mondo; ma una caduta di stile della sua Madre Badessa l’ha fatta precipitare all’improvviso nelle spire di un pagnottismo avido e maleodorante. Si è sbriciolata in un amichettismo scroccone anche l’aureola di benefattori con la quale i coniugi Tommaso Dragotto e Marcella Cannariato rastrellavano contributi e incarichi di sottogoverno. Non ci resta che piangere.