C’è il mare dei Caraibi nella musica di Gregory Privat, con il suo moto impetuoso e incessante, con la sua brezza delicata e salmastra. Ci sono gli improvvisi scrosci di pioggia e il vento, l’aliseo, che sferza e percuote la terra. Ci sono i profumi speziati e i colori della sua Martinica, isola aspra e lussureggiante. C’è il giallo del sole, rabbioso e rovente. E c’è l’immenso e sconfinato azzurro del cielo, con la luce e la porpora di tramonti ruggenti, con il rosso ruvido di passioni che nessuno riesce a spegnere.

E’ come un vaso di Pandora la musica di questo artista francese-martinicano, che arriva dalle Antille. Se lo scoperchi viene fuori tutto ciò che lo abita, ogni battito e ogni sussulto del suo cuore.

“Rivelazione jazz dell’anno” nel 2015, Gregory Privat, è un nome ormai noto nel panorama della musica internazionale. Ospite al Real Teatro Santa Cecilia, in esclusiva italiana, per il concerto conclusivo della stagione del Brass Group, “In the Spirit of Jazz”, questo musicista, anche ingegnere, ha presentato brani tratti dal suo ultimo album “Family tree”, il cui titolo fa riferimento alla multietnica mescolanza della sua isola.
Nelle sue composizioni sono presenti tutti gli ingredienti della musica caraibica, in una continua ricerca di stili, sempre nuovi e sorprendenti, e in un costante tentativo di creare sonorità fantastiche, in grado di restituire agli uomini la magia del proprio mondo.

Accompagnato dallo strepitoso Chris Jennings al contrabasso, artefice di una vibrante esecuzione, e da Laurent-Emmanuel “Tilo” Bertholo, sensazionale batterista di incontenibile vivacità, anche lui originario della Martinica, capace di dettare tempi e ritmi con performance sempre originali e mai scontate, Gregory Privat ha entusiasmato il pubblico con una successione di brani carichi di vitalità e di influenze creole e multiculturali, riversando sui tasti del suo pianoforte una travolgente intensità e tutta la passione del suo jazz. Un jazz fresco, nuovo, lucido e folgorante.

Che questo eccezionale talento abbia trascorso, sin dall’età di sei anni, un lungo periodo della sua vita a studiare musica classica, incoraggiato dal padre Josè, famoso pianista e leader della Caribbean Band “Malavoi”, si intuisce dall’incipit della romantica e splendida “La Bonheur”, la felicità, in cui si percepiscono la raffinatezza e l’eleganza dei suoi studi, accompagnate da una voce calda e suadente; ma anche dall’esecuzione di “Seducing the Sun” o “Happy Invasion”, dal ritmo frenetico e incalzante .

Ma è il jazz a divenire il suo territorio musicale da esplorare. Un jazz fatto di improvvisazioni e composizioni moderne e innovative, costruito con carattere e incanto, elementi presenti in brani come “Le Parfum”, “Le Pardon” e “La Maga”, cariche di un deciso temperamento ma anche di armonie sussurrate con morbida seduzione.

C’è gioia e sensualità, c’è grazia e desiderio nelle composizioni di questo musicista. C’è tutta la passione di cui un uomo è capace. C’è tutto l’amore del mondo. E’ una musica ammaliante e all’un tempo ribelle quella di Privat: una continua e costante istigazione a vivere e ad amare.