La sua nomina a sub commissario per i cantieri Anas era stata annunciata il 2 luglio scorso, in un giorno di festa. Era, per l’esattezza, il giorno in cui venivano eliminate le strozzature di Casteldaccia e Bagheria, lungo l’autostrada Palermo-Catania; era il giorno della liberazione del traffico e l’Alto Commissario, Renato Schifani, volle associare al proprio trionfo anche il nome di Simona Vicari, da due anni sua consulente a Palazzo d’Orleans. Ma dopo poco più venti giorni è scattato il contrordine: dall’Alto Commissariato esce di gran fretta la Vicari ed entra un tecnico, Duilio Alongi, ex capo del Genio Civile di Caltanissetta e Agrigento.
Noi non stiamo a romperci la testa sul perché e il per come di questo improvviso cambio di guardia: prima o poi i retroscena ce li racconterà, di sicuro e in ogni dettaglio, il giornaletto di Maurizio Scaglione, il pagnottista dell’informazione molto legato alla Vicari e frequentatore assiduo dei retrobottega di Palazzo d’Orleans.
Noi ci limitiamo a dire che, per il sottogoverno, in fondo è un buon segno. La repentina sostituzione della sub commissaria Vicari potrebbe anche significare che le nomine da ora in poi non potranno durare più di una o, al massimo, due settimane. Come la caponata della sala vip di Punta Raisi, dopo venti giorni scadono e diventano rancide. Indigeribili. Schifani le preferisce fresche di giornata. E se le trova poco poco appassite chiama gli ispettori dell’Asp e sarà la fine del mondo, proprio quella descritta nel versetto 19 dell’Apocalisse: “Le isole fuggirono e le montagne non si ritrovarono mai più”.