Regione, crolla il castello di carta

Da sinistra, l'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao, e il presidente della Regione, Nello Musumeci

La Finanziaria di guerra non è altro che una Finanziaria di cartone. Come volevasi dimostrare. I cento milioni spariti, denunciati dalla Lega, in realtà ci sono. Mancano, invece, i provvedimenti attuativi dell’articolo 5 della legge regionale che aveva stanziato delle somme per il “Fondo Sicilia – Sezione specializzata per il sostegno finanziario alle famiglie” per le esigenze finanziarie causate dalla crisi derivante dalle misure di contrasto alla diffusione del Covid-19. “Per la copertura della spesa – hanno evidenziato i deputati della Lega, dopo un attento controllo in commissione – erano stati individuati fondi extraregionali e del POC (Piano Operativo Complementare 2014-2020). I funzionari hanno riferito che in sede di riprogrammazione della spesa le somme sono state destinate ad altro, ma su quale sia stata l’effettiva destinazione e ancora meno sull’effettivo utilizzo, nessuno è stato in grado di fornire chiarimenti, con un rimpallo di competenze fra i vari uffici presenti”.

I cento milioni, insomma, sono rimasti sulla carta. E non sono i soli. Ricordate la vicenda dei cento milioni destinati ai buoni spesa? Quelli annunciati da Musumeci in pompa magna allo scoppio dell’epidemia? Dopo averne liberato a fatica il 30%, il meccanismo si è inceppato. A causa della difficoltà dei Comuni nella rendicontazione delle somme restanti (70 milioni). Molti sindaci, finiti nelle strettoie dell’Ue, hanno preferito rinunciare, così quei soldi sono rimasti nei cassetti della Regione. Inutilizzati. “Dal 31 marzo al 28 aprile 2020 – racconta il deputato del Pd, Nello Dipasquale – sono intervenuto ben otto volte con delle note alla stampa, lettere inviate direttamente al presidente Musumeci, dichiarazioni all’ARS sollecitando lo stanziamento delle risorse che, a quanto pare, non sono mai arrivate o, forse, ne è arrivato solo il 30%. A Musumeci piacque esagerare quando alle tv nazionali sparò la cifra di 100 milioni da destinare alle famiglie – conclude Dipasquale – pensando di farsi bello con una promessa doverosa in quel momento, ma molto difficile da mantenere. Invece non ha ottenuto nient’altro che l’ennesima figuraccia, offendendo pure il Parlamento siciliano”.

Ad ammettere le difficoltà, con un intervento a Repubblica, è anche l’assessore all’Economia, Gaetano Armao: “L’allarmismo non giova agli interventi nel sociale quanto invece il lavoro comune. I fondi del Programma operativo complementare degli assessorati Famiglia, Lavoro e Istruzione a oggi ammontano a oltre 330 milioni, quindi le risorse ci sono”. Semplicemente, non vengono spese. Per il gruppo parlamentare della Lega all’Ars “ancora una volta da parte del governo viene tenuto un comportamento che definire ‘poco rispettoso del Parlamento’ è un eufemismo, ma in questo caso specifico “alla gravità istituzionale si aggiunge quella sostanziale con la mancata attuazione di una norma di grandissimo valore sociale che avrebbe consentito di aiutare migliaia di famiglie in grave difficoltà”.

Anche il Movimento 5 Stelle, col suo capogruppo, pone l’accento sulla problematica: “Il governo regionale – spiega Di Caro – ha del tutto disatteso le previsioni della legge che contemplava una ingente misura di sostegno alle famiglie. L’Ars aveva dato un indirizzo vincolante per il governo regionale, destinando ben 100 milioni di euro di fondi extra-regionali al sostegno delle famiglie siciliane in difficoltà. Sappiamo ora che le somme realmente disponibili per questa misura rappresentano circa un ventesimo di quelle previste dalla legge. Un fatto di una straordinaria gravità. Lo ‘storno’ di queste risorse verso altre destinazioni delle quali al momento non abbiamo notizia è semplicemente scandaloso”.

Ma c’è un altro capitolo tuttora aperto. Riguarda i 250 milioni di ristori promessi alle aziende a margine dell’ultima Finanziaria. Quando il governo, evitando di ricorrere alla Finanziaria, preferì adottare un provvedimento per via amministrativa. Sono trascorsi più di sei mesi e dei soldi non c’è traccia. “La prossima settimana — annuncia Armao — i 250 milioni saranno sbloccati dal Cipes. Poi partiranno i bandi. I fondi saranno disponibili tra fine 2021 e inizio 2022”.

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