No, grazie. Come fu e come non fu, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha abbandonato la sua tradizionale sudditanza e ha rifiutato il piattino clientelare apparecchiato, manco a dirlo, dal suo bullo di fiducia. Il quale, non dimentichiamolo, voleva trasformare i dieci milioni da assegnare alla stampa siciliana, colpita da una crisi irreversibile, in una colossale spartizione di mance e prebende per editori spregiudicati e leccaculisti pronti a baciare le pantofole più sporche della politica politicante. Musumeci ha inserito nel decreto una clausola che prevede, almeno per dodici mesi, il mantenimento dei livelli occupazionali nelle aziende che riceveranno dalla Regione il contributo a fondo perduto. La norma, va da sé, non risolverà la crisi dei giornali. Ma servirà almeno a contenere le ambizioni del bullo e delle sue parrocchiette clientelari.