Clamoroso epilogo all’Assemblea regionale: la richiesta di voto segreto, avanzata dall’on. Luca Sammartino (Italia Viva) su un emendamento all’articolo 3 a propria firma (si parlava di sport), ha scatenato il putiferio. E’ stato il presidente della Regione, prendendo la parola, a scagliarsi sul deputato etneo: “Lei dovrebbe vergognarsi. In un momento in cui tutta la comunità siciliana si aspetta chiarezza da questo parlamento, lei chiede di votare di nascosto. Si vergogni lei e chi asseconda la sua richiesta. Io abbandono l’aula, è un fatto etico al quale non posso assolutamente aderire. Mi auguro che di lei e di quelli come lei si occupino altri palazzi”, ha detto il governatore, prima di lasciare Sala d’Ercole. Sammartino, che ha un’indagine in corso per corruzione elettorale, ha reagito: “Ma come si permette?”. Qualcun altro dall’aula ha parlato di “minacce”. Micciché è stato costretto a sospendere per qualche minuto i lavori.

Al rientro, lo stesso presidente dell’Ars ha stigmatizzato le parole di Musumeci: “Preso da un momento di rabbia o confusione il presidente della Regione ha detto una cosa che non doveva dire. Sono dispiaciuto e in grande difficoltà, è un comportamento che non giustifico. Nessun deputato può essere incolpato del fatto che esiste il voto segreto – ha aggiunto Miccichè -. Quello del presidente è un intervento che non andava fatto e a lui chiederò un chiarimento sulle parole che ha pronunciato. Spero possa tornare in aula, quanto accaduto non è un buon motivo per sospendere i lavori”. E ancora: “Capisco che siamo in un periodo di enorme stress, ma difenderò le prerogative di questo Parlamento fino alla fine”.

Musumeci non si scusa: “Il voto segreto è vergognoso”
“Mentre in Sicilia c’è gente che ha perso il lavoro e muore di fame, nel Parlamento siciliano c’è ancora chi si diverte con i giochini di Palazzo. Oggi l’ho detto in Aula, come sempre, senza ipocrisia e senza reticenze. Lo ripeto: giudico eticamente vergognoso che un deputato possa chiedere il voto segreto durante l’esame di questa legge finanziaria, al posto di offrire ai siciliani chiarezza e trasparenza del proprio voto. Il fatto è ancora più grave se si pensa che le proposte in esame sono state concepite per sostenere in emergenza coronavirus famiglie, imprese e associazioni, messe in ginocchio dalla più grave crisi del Dopoguerra. E pensare che le misure in discussione sono frutto di un mio confronto preventivo con tutti i capigruppo parlamentari e poi discusse e concordate in commissione Bilancio. Basta con gli egoismi di partito sulla pelle dei siciliani! Il Parlamento deve essere la sintesi degli interessi legittimi della gente, non degli intrighi coperti dal voto segreto, mantenuto in vita soltanto in Sicilia”. Lo afferma in una nota il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

Anche Renzi si infuria: grave intimidazione
“Una gravissima intimidazione nei confronti di un parlamentare di opposizione che offende le istituzioni e riporta a tempi bui del passato. Musumeci si scusi ma freni anche la sua deriva dittatoriale. Massima solidarietà , la mia personale e quella di Italia Viva, a Luca Sammartino, insultato e minacciato in un luogo che dovrebbe essere di democrazia e dibattito politico”: così in una nota il leader di Itaiia Viva Matteo Renzi.

Faraone e Italia Viva: comportamento squadrista
“L’intervento di oggi del presidente Musumeci in Aula dimostra lo squadrismo fascista. Ha offeso il Parlamento siciliano arrivando pure a minacciare ed insultare il deputato Luca Sammartino, reo di aver presentato un emendamento a lui non gradito. Il governatore non si permetta di minare la libertà, l’onorabilità e le prerogative di tutti i parlamentari, specialmente di quelli dell’opposizione”. Lo affermano il vicepresidente della Camera e coordinatore nazionale di Italia Viva Ettore Rosato, il capogruppo al Senato Davide Faraone e la senatrice Valeria Sudano. “Le prerogative di un parlamentare non possono essere fermate dalle minacce di un presidente della Regione. Quello che è accaduto oggi è di una gravità istituzionale inaudita e che nessuna scusa potrà bastare a Musumeci. Abbiamo scoperto di che pasta è fatto, puzza di dittatura. Davvero oggi si è scritta una pagina nera ed indegna per la democrazia”.

Il Movimento 5 Stelle: comportamento inaccettabile
“Comportamento inaccettabile, specie se proveniente dai più alti vertici istituzionali regionali che, in momenti difficilissimi come questi, dovrebbero essere da esempio per i siciliani. L’uscita del presidente Musumeci oggi in aula ha pesantemente offeso tutto il Parlamento siciliano, e, pertanto, è da censurare senza se e senza ma”.
Lo afferma il capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars, Giorgio Pasqua.

Le opposizioni: offesa senza precedenti
“L’intervento di oggi del presidente Musumeci costituisce un offesa grave e senza precedenti nei confronti di tutto il Parlamento siciliano. Apprezziamo la censura immediatamente espressa dal presidente dell’Ars Miccichè. Crediamo che mettere in discussione le prerogative di un’Assemblea Parlamentare e offendere l’onorabilità dei suoi deputati, come ha fatto Musumeci, sia un comportamento irricevibile e incompatibile con l’alta responsabilità della funzione che ricopre”. Lo dichiarano i capogruppo delle opposizione D’Agostino, Fava, Lupo e Pasqua.

Già di prima mattina in aula la tensione era palpabile. Il nuovo sistema di voto adottato a palazzo dei Normanni, in ottemperanza al divieto d’assembramento, ha mandato in tilt la maggioranza. Che è andata subito sotto (32 a 31) su un emendamento all’articolo 2 proposto dal capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, che chiedeva l’aumento della dotazione economica per l’Oasi di Troina (da 4 a 5 milioni di euro), pescando nel capitolo riservato al turismo. Al momento della votazione palese nominale  – anche in questo caso Lupo aveva chiesto il voto segreto, salvo poi rinunciarci – i deputati si sono suddivisi in due gruppi. Alcuni voti, non registrati dal sistema elettronico, sono stati ripetuti a voce. E’ risultato decisivo l’errore di Gallo (Forza Italia), che si è autodenunciato senza la possibilità di fare retromarcia. Anche due deputati di Ora Sicilia, Lantieri e Gennuso, hanno votato con le opposizioni, così come La Rocca Ruvolo dell’Udc. “Vale la pena fare qualche sagra in meno e aiutare un po’ di più i ragazzi dell’Oasi” ha sottolineato nel suo intervento l’ex assessore alle Autonomie locali, che aveva iniziato la legislatura col Pd. Tensione in aula con Miccichè che ha dovuto richiamare più volte i deputati.

La sessione finanziaria inaugurata ieri con l’approvazione del Bilancio della Regione e dell’Ars, dovrebbe concludersi domani sera, prima della scadenza dell’esercizio provvisorio. Ma la quantità impressionante di emendamenti (circa 900) non lascia presagire nulla di buono.