Ai vertici dell’Anac, l’autorità nazionale Anticorruzione creata dall’ex premier Matteo Renzi nel 2014, potrebbe finire un giovane magistrato di 37 anni, nato a Napoli ma di formazione palermitana. E’ in Sicilia, infatti, che Roberto Tartaglia (da dieci anni in magistratura) si è formato da pubblico ministero ed è subito entrato nel pool che ha condotto il processo e chiuso le indagini sulla Trattativa Stato-Mafia, ottenendo la condanna degli imputati già nel dibattimento ordinario, mentre col rito abbreviato l’ex ministro Calogero Mannino è stato assolto. Tartaglia ha portato avanti numerose inchieste di mafia ed è diventato uno dei pm di fiducia del procuratore Franco Lo Voi. Si è occupato anche di traffico di immigrati e altre vicende. Da qualche mese è sbarcato a Roma per fare da consulente al presidente della commissione Antimafia, il grillino Nicola Morra.

La sua nomina potrebbe essere un segnale di continuità rispetto a quella di Cantone, che qualche mese fa, sentendosi mal sopportato dal governo gialloverde, decise di dimettersi dall’incarico. La scelta del nuovo governo, ove rientra in ballo anche il Pd (oltre a Renzi e Cinque Stelle) dovrà arrivare entro metà ottobre, dato che Cantone s’è visto certificare dal Csm il proprio rientro l’11 settembre e diventerà operativo entro un mese. La nomina del nuovo numero uno dell’Anac è complessa: formalmente spetta al presidente del Consiglio, d’intesa coi ministri della Pubblica Amministrazione, della Giustizia e dell’Interno, ma il “nome” deve ottenere il vaglio della maggioranza qualificata (due terzi) delle commissioni Affari costituzionali del Parlamento.