“Oggi sono due mesi che mio figlio Dario non è più con la sua mamma, con i suoi fratelli, con me. Due mesi che non riusciamo a seppellirlo: Ama non dà tempi di sepoltura degni di una città civile. Anzi, non dà alcun tempo. La tua vergogna non sarà mai abbastanza grande”. Così, su Twitter, il deputato del Pd Andrea Romano che si rivolge direttamente alla sindaca di Roma Virginia Raggi.

“Dario se ne è andato serenamente”, aveva confidato Romano agli amici e ai colleghi più vicini. “Il nostro ragazzo aveva una grave malattia fin dall’infanzia…”. L’ultimo desiderio della famiglia era di salutare Dario con un funerale ristretto, poi la sepoltura. Ma ciò non è stato possibile, perché – come racconta il deputato del Pd al ‘Corriere della Sera – Roma è da tempo sprofondata nel caos riguardo alle tumulazioni. “Il feretro con nostro figlio sta da due mesi in un deposito al cimitero di Prima Porta, accatastato tra decine di bare. Ero assai restio, vista la mia carica politica, a rendere pubblica la vicenda. Ma poi ho deciso di denunciare questo dramma, perché è lo stesso che stanno vivendo centinaia di romani”. La famiglia ha già una tomba dove seppellire il ragazzo, “ma non è sufficiente, perché Ama, la società municipalizzata che si occupa anche dei cimiteri, non riesce ad organizzare nemmeno la tumulazione. E l’emergenza Covid è una giustificazione che viene solo sfruttata per giustificarsi”.

Sembra una situazione che ricalca in parte il degrado del cimitero dei Rotoli di Palermo, dove il numero di bare a deposito è aumentato di 42 in una sola settimana: sono 858. La situazione è stata appurata dalla IV commissione di Palazzo delle Aquile, che questa mattina si è riunita per fare il punto sull’emergenza: “Oltre a essere un’indecenza, fa male al cuore vedere centinaia di bare una accanto all’altra – commenta il consigliere M5S Antonino Randazzo -. Le famiglie sono costrette ad affrontare un doppio dolore, quello per il lutto unito all’impotenza di potere seppellire i propri cari. In un momento storico delicato per tutti noi, oltretutto”. Qualche giorno fa si è dimesso l’assessore Tony Customati, così Orlando è rimasto di nuovo solo a gestire l’emergenza. A luglio, dopo una dichiarazione di sfratto, aveva lasciato anche un altro assessore, Roberto D’Agostino. Il sindaco aveva promesso che se ne sarebbe occupato personalmente, ma la situazione è addirittura peggiorata.